Disavventure dell'impegno 

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Tutto quello che rimane alla critica italiana è Alfonso Berardinelli, che sembra venire da un altro tempo. Un po’ padre di questa rubrica, che prova a esercitare un diverso...

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Tutto quello che rimane alla critica italiana è Alfonso Berardinelli, che sembra venire da un altro tempo. Un po’ padre di questa rubrica, che prova a esercitare un diverso tipo di lettura: meno compiacente, contigua, connivente. Nemico del filosofare confuso e del romanzare in serie, Berardinelli è talmente dispari da apparire anacronistico, per la fede che ci mette in quello che scrive, per la forza che si sente quando distrugge, per l’ironia usata verso gli altri intellettuali. Un pezzo raro, non combaciante nel grande gioco della letteratura. Questa rarità la si trova nel suo ultimo libro Aforismi Anacronismi”(Nottetempo, pp.68, euro 6). Non un recupero di genere ma un manifesto di pensiero che diventa mappa per leggere la pochezza culturale italiana. Prova a ristabilire priorità e a staccarsi dal conformismo di romanzieri, poeti e filosofi. Tutto il suo scrivere è un lungo rapporto di minoranza, imprescindibile. 
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Il Mattino