Divagazioni e garbuglio

Divagazioni e garbuglio
Con “Divagazioni e garbuglio” (Adelphi) si ribadisce la centralità della lingua di Carlo Emilio Gadda, vero padre dell’italiano del secondo Novecento,...

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Con “Divagazioni e garbuglio” (Adelphi) si ribadisce la centralità della lingua di Carlo Emilio Gadda, vero padre dell’italiano del secondo Novecento, altro che Andrea Camilleri. I saggi e gli articoli raccolti in questo librone sono un catalogo di intelligenza, e la prova del suo strabordare, con malori ed esaltazioni, fame e costrizioni, rimanendo sempre quella macchina di complicanze che generava mondi, in questo caso in miniatura visto lo spazio concesso dai giornali. La raccolta è curata da Liliana Orlando e comincia con “Apologia manzoniana” denunciando una leggerissima ossessione per Alessandro Manzoni, giocando con le sue pagine, i suoi personaggi e prendendo di mira Alberto Moravia reo d’aver voltato penna e spalle all’aspetto religioso dello scrittore usando poi un aggettivo come “decadente”. Ma c’è tanto altro, che passa per la sua espressività, e prima ancora per i suoi occhi di lettore compulsivo, che poi diventano pezzi demolitori e/o parodistici, senza complicità o preoccupazioni di nessun genere. I pezzi di Gadda sono esperimenti, possibilità di ricerca del sé e della propria lingua, quasi delle note ai suoi romanzi e racconti, divertimenti per giornali, sonate per lettori non ancora consci.
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Il Mattino