“E siccome lei”: “Vitti d'arte, Vitti d'amore”

“E siccome lei”: “Vitti d'arte, Vitti d'amore”
Mentre corre nella direzione giusta per essere libera, Monica Vitti compie novant’anni. Che non bastano a contenere tutte le donne che è stata. Alcune le ha...

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Mentre corre nella direzione giusta per essere libera, Monica Vitti compie novant’anni. Che non bastano a contenere tutte le donne che è stata. Alcune le ha raccontate Eleonora Marangoni in “E siccome lei” (Feltrinelli), altre Fabrizio Corallo nel documentario “Vitti d'arte, Vitti d'amore”. Sono due lavori  lontani tra loro che provano a inseguire la Vitti che corre e si smarca e che non è più a fuoco da anni. Marangoni monologhizza i suoi personaggi, Corallo – come ha già fatto con Dino Risi, Vittorio Gassman e altri – cuce la vita e le arti della Vitti, e basta vederla inginocchiata a spiegare a due giovani attori cosa fare per comprendere quello che ci manca, o sentirla cantare, o vederla prendere schiaffi disegnando il femminismo-femminismo così oltre da potersi permettere la subalternità. Perché poi a leggere i pensieri che la Marangoni allaccia nelle pagine viene fuori la sua internazionalità, la sua ironia, il suo alzarsi su tutte le altre attrici italiane in una complessa semplicità, per una articolatissima popolarità. E a vedere le immagini di Corallo la nostalgia viene vinta dalla gioia, perché la fanno tornare dove è sempre stata: al centro dei nostri sguardi.

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Il Mattino