Gennaro Morra, napoletano di Cavalleggeri d'Aosta, ha scritto due libri. L'ultimo s'intitola "I versi della carrozzella" (in vendita online, anche sul sito...
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Lui racconta: «L'altra sera ero in platea e aspettavo tranquillamente l'inizio dello spettacolo, quando si avvicina un signore anziano con un libro in mano e mi fa: "Scusi, sono anch'io un poeta. Posso farle leggere una poesia". Non è la prima volta che mi succede una cosa del genere, una situazione che mi mette in imbarazzo per diversi motivi: non riesco a leggere in situazioni scomode, non so simulare gradimento se il testo non mi piace, mi vergogno nell'essere considerato un esperto di poesia. Comunque, l'altra sera ho fatto un cenno di assenso con la testa e l'uomo mi ha piazzato la pagina sotto il naso. Il tempo di buttare l'occhio sul titolo e già avrei voluto che sotto di me si aprisse una botola che m'inghiottisse. Sia chiaro, io capisco l'uso di un linguaggio politicamente scorretto e sono il primo che quando si descrive non usa certo metafore edulcoranti, ma intitolare una poesia "Il mio amico handicappato" mi sembra una scelta quanto meno discutibile... Per fortuna s'è avvicinato un amico per salutarmi e ne ho approfittato per soprassedere. Io spero che i miei amici, quando pensano a me, mi richiamino alla mente per altre qualità più qualificanti e distintive. Come io non penso a loro come "il mio amico frocio", "la mia amica lesbica", "il mio amico chiattone" e così via».
I versi della carrozzella, tra i miei preferiti:
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Il Mattino