I poveri tra Vollmann e Caparrós

I poveri tra Vollmann e Caparrós
Bisogna scomodare Jack London per “I poveri” (minimum fax) di William T. Vollmann. London fotografava e raccontava il terremoto di San Francisco, Vollman fotografa...

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Bisogna scomodare Jack London per “I poveri” (minimum fax) di William T. Vollmann. London fotografava e raccontava il terremoto di San Francisco, Vollman fotografa facce e restituisce biografie di poveri in giro per il mondo. La sua è una curiosità bambina che cerca la condizione e il contesto prima del ruolo economico, dove la verità diventa dato per la bellezza del racconto. Evoca anche “La fame” un vecchio – ma non sorpassato – libro di Martín Caparrós. In comune hanno l’andare a fondo nella vita di chi subisce una condizione assoluta e spesso irreversibile, l’analizzare paesi ed economie, e provare a ricavarne uno straccio di spiegazione mescolando saggio, inchiesta e ritratto. Il librone di Vollmann è un atto di denuncia con la determinazione di un grande scrittore che ritrae uomini e donne e il loro tempo di sofferenza. Non ha bisogno di gridare, ha la scrittura, le pagine che fischiano e la capacità di andare al centro delle vite. Divenendo per questo, fondamentale, soprattutto nel paese che pensava che la povertà potesse essere abolita per decreto. Regalatelo ai Di Maio che vi circondano.

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Il Mattino