Il re ne comanda una

Il re ne comanda una
Torna in libreria “Il re ne comanda una” (Cliquot edizioni) di Stelio Mattioni, un romanzo del 1966 che, però, non sente il tempo. Anzi, la lingua di Mattioni...

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Torna in libreria “Il re ne comanda una” (Cliquot edizioni) di Stelio Mattioni, un romanzo del 1966 che, però, non sente il tempo. Anzi, la lingua di Mattioni – che piaceva a Bobi Bazlen  mica a Paolo Repetti – ancora oggi dà le piste a tantissimi scrittori. Eppure è un piccolo libro, un labirinto in un altro labirinto, uno strano tipo di prigionia auto-inflitta che diventa gioco perverso. Un pretesto, la trama, una donna che passa da una famiglia a un’altra, ma quello che vive ancora è la lingua: diretta, semplice, efficace, un italiano perduto, il cui ritmo si rafforza nei dialoghi. «Questo qui è uno scrittore misterioso sul serio» diceva di lui Italo Calvino, e aveva ragione, perché nelle pagine di Mattioni si sente la nota pazza della malattia, l’insondabile che spaventa e non si spiega. Ma non è un libro noioso o sperimentale, è retto da un carattere comico che serve proprio a rendere sopportabile il male che lo abita e che si muove attraverso la sessualità, la contrapposizione uomo-donna, passando per la confusione dell’asservimento. «È che, come sa, abbiamo il dovere di fare solo ciò che ci viene comandato; non ricorda? Mica quello che vogliamo!».
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Il Mattino