Nella ossessionante compagnia dei venditori ambulanti che accistano i passanti napoletani l'Oscar per la migliore intrepretazione maschile va assegnato, senza dubbio, al...
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Sono onnipresenti, soprattutto a via Toledo, ma ne trovate anche al Molo Beverello e alla Ferrovia, dove vanno a caccia di turisti. Non scampa nessuno, anche se l'ignaro cliente sembra immerso nella musica a palla degli auricolari. Bersagli preferiti i maschi adulti, ma pure le donne devono pagare pegno. L'abbordaggio è untuoso. E se l'instancabiile spacciatore di cazettini immagina di avere di fronte un forestiero e non un locale (quello è sufficientemente allenato, li sa scansare con un efficace dribbling di parole) la proposta d'acquisto avviene con un rudimentale vocabolario straniero (inglese o italiano).
Dall'untuosità si scivola velocemente nel lamento. La disoccupazione congenita, la famiglia numerosa e, quando l'indifferenza della preda sta per avere la meglio, i leggeri precedenti penali (spesso inventati). E infine, quando ormai la vittima l'ha avuta vinta e si sta allontanando, la minaccia gridata come un anatema: "Allora, c'aggia fa'? Aggia arrubbà?" ("Allora che devo fare? Devo rubare"), la medesima del parcheggiatore abusivo al quale non volete pagare il pizzo.
A questa tipologia principale se ne affianca un'altra, più dimessa e furba, che punta sullo spirito caritatevole e ha come target particolare le donne, sposate e con probabile marito incapace di comprare qualsiasi oggetto personale che non sia il pacchetto di sigarette (per loro c'è sempre il più collaudato venditore di accendini, se siete fortunati: tre pezzi un euro). Sono tenaci come il caffè seccato sulla macchinetta. Non si levano di torno fino a che dalla borsa non esce il denaro.
Bisogna armarsi di pazienza, resistenza e tolleranza. In fondo sono degli attori. E a volte il loro spettacolo merita il prezzo del calzino. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino