La critica a dondolo

La critica a dondolo
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La stroncatura è stata accantonata in funzione dell’intervista o dell’elogio, tanto da sparire o diventare “solo invidia”, tra i capolavori che ogni giorno affollavano e affollano le pagine di cultura di quotidiani, settimanali e riviste. Oltre al bel tempo del sole di Fazio che dalla tv illumina sempre gli stessi autori. Era un genere che non solo garantiva al lettore una qualità molto alta ma permetteva anche allo scrittore di crescere. Negli Usa è ancora praticata, poi uno può decidere se a torto o a ragione Michiko Kakutani può stroncare Wallace, quello che conta è che ci sia. Forse per ricordare che un tempo c’era anche da noi nel “condominio Italia” – dove tutti sono amici e ora è un genere semiclandestino – Enzo Golino pubblica “Sottotiro” (Bompiani) 48 stroncature uscite sul mensile Millelibri, e concede anche le repliche agli stroncati: qualcuno ha accettato altri hanno preferito il silenzio. Quello che rimane è l’abbandono, di lettura, nel non ricordo, senza riferimenti, senza scale: dove tutto è capolavoro e niente è orrendo. 
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Il Mattino