Quel soprannome forse glielo aveva messo Toni Iavarone, il capo della redazione sportiva del Mattino. Cucciolo, così lui teneramente chiamava Gegè Maisto,...
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Si era appassionato allo sport facendo il raccattapalle alle partite del Napoli. Era poi diventato arbitro di calcio e pallanuoto e, da giornalista, punto di riferimento nel mondo del canottaggio. Raccontò l'epopea degli Abbagnale e con orgoglio ci ricordava alla vigilia di ogni edizione della Lysistrata che alcune regole della regata in mare erano state cambiate dietro sua indicazione.
A Gegè mi legherà per sempre un ricordo dell'estate dell'82. Ero collaboratore del Corriere dello Sport-Stadio e mi affidarono il primo “servizio esterno”: spostarmi dalla redazione di via Chiatamone alla piscina della Canottieri Napoli per un commento di dieci righe sulla partita dei giallorossi. Avevo 15 anni ed ero a digiuno di pallanuoto. A bordovasca, trovai Gegè che mi spiegò velocemente le regole della pallanuoto e mi aiutò a redigere quel complicato tabellino. Sono passati 35 anni ma ancora oggi ricordo l'emozione di quel servizio e la gratitudine che provai nei confronti di Maisto.
Quando telefonava in redazione diceva: «Pronto, sono Gegè». Sarebbe bastato il “pronto” per riconoscere la sua voce roca, quante sigarette nella tua bella vita ha acceso? Un abbraccio forte, amico mio. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino