Alex e Luca uniti nella morte la sobrietà che serve

Alex Ferrari con Luca Bortolotto alle sue spalle, in una foto del profilo Facebook di Alex
«Amore fino alla fine, funerale assieme per Alex e Luca» (Ansa, 5 gennaio 2018) *** «Di fronte alla morte di...

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«Amore fino alla fine, funerale assieme per Alex e Luca» (Ansa, 5 gennaio 2018)

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«Di fronte alla morte di due giovani ogni altro commento è inopportuno». Ecco, la sobrietà della Diocesi di Vicenza, interpellata sul funerale congiunto richiesto dalle famiglie per Alex e Luca, due ragazzi omosessuali morti insieme in montagna (per le esalazioni da monossido di carbonio, nella casa che avevano fittato per le vacanze), rassicura.  Perchè la Chiesa, esercitando in pieno la sua accoglienza senza «se» e senza «ma», così è stata vicina alle due famiglie, senza indagare o, peggio, lasciarsi condizionare dalle tendenze sessuali dei due ragazzi di cui celebrare le esequie.

Il dramma è che sono morte due persone. Sono morti due ragazzi, in un incidente che poteva accadere a un ragazzo e una ragazza, analogamente fidanzati. O a due ragazzi legati solo da un rapporto di amicizia. O a due parenti. O a due colleghi di lavoro. A due persone come Alex e Luca, insomma.

In tutta questa vicenda, così tragica, si contrappongono vita e morte: le foto spontanee di due giovani che vivono la loro storia d'amore ai tempi dei social, postando le fotografie di attimi felici. Le istantanee tristissime delle esequie congiunte, con una bara bianca e una color noce a racchiudere i feretri di Alex e Luca.

«Con i loro occhi e con le loro mani - ha detto nell'omelia don Roberto - Alex e Luca sentivano ed esprimevano il profondo del loro essere. Ci invitano a cantare assieme a loro, il nostro saluto di ora è, in realtà, un arrivederci». Ecco, sobrietà. Tatto. In Chiesa, ad Arzignano, nessun accenno specifico al sentimento che univa i due ragazzi. Ma anche nessuna lettura, durante il rito funebre,  dei messaggi preparati dagli amici e poi consegnati ai genitori. Nessuna spettacolarizzazione del dolore, magari fondata sull'intepretazione morbosa di una condizione di sessualità vissuta in maniera diversa dall'ordinario, ma che non può essere oggetto di valutazione.

Ecco, la sobria responsabilità. Il contegno, la spontaneità. Valori di cui avvertiamo il bisogno in una società famelica e fluida come questa. Nel dolore o nella gioia. Pianti e sorrisi valgono, si condividono perchè i sentimenti accomunano gli esseri umani. La spettacolarizzazione, per ogni uso,  può invece restare da parte. Almeno ogni tanto.
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«La moderazione è la più rara delle virtù. E' virtù pericolosa; virtù stolta, in chi l'abbraccia senza scorgere il pericolo; virtù fortissima, in chi lo scorge e lo sfida»​ (Balbo, Pensieri) Leggi l'articolo completo su
Il Mattino