Ancora la mozzarella nella bufera Non è la prima volta e non sarà neanche l'ultima, purtroppo ormai ce ne...
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Non è la prima volta e non sarà neanche l'ultima, purtroppo ormai ce ne dobbiamo fare una ragione. Per cento che lavorano onestamente, osservano la legge, puntano sulla qualità, garantiscono la tracciabilità della filiera, ce ne sono dieci che invece di guardare lungo continuano nei reati di sempre. Usando latte adulterato, ignorando le prescrizioni, dimostrando una totale insensibilità sui danni che certe pratiche possono provocare sulla salute dei consumatori.
La cosa incredibile, che davvero porta a riflettere sulla natura umana, è che parliano di un settore in continua crescita, come hanno testimoniato i recenti dati resi noti dal Consorzio di Tutela.
E invece no, nonostante i margini, nonostante i guadagni a due cifre da ormai vent'anni, c'è gente che ancora truffa come se non ci fosse un domani, incurante delle conseguenze che queste scoperte hanno su un territorio bellissimo, ricco di storia, che sconta il male di questi diavoli piovuti da chissà dove.
C'è una differenza tra chi ha usato il suolo della propria terra come pattumiera di rifiuti tossici e chi mette soda caustica nel latte?
Nessuna.
Eppure sappiamo che nessun latticino è controllato come la mozzarella. Proprio le verifiche dell'Asl 2 di Napoli hanno consentito di scoprire questa truffa.
Quali ricette per evitare che questo accada di nuovo?
La prima, politica, è quella di rafforzare il Consorzio di Tutela, così come ha dato intendere del resto il ministero con la nomina del direttore Pier Maria Saccani. Più forte questo organismo collettivo nella promozione e nei controlli, meno lo spazio ai truffatori.
La seconda è adottare pene severe, severissime, e soprattutto certe, per chi si fa beffe del territorio e della salute della gente comune.
Perché alla fine, purtroppo, la conseguenza è che ci commette reati gravi contro la comunità finisce quasi sempre per farla franca. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino