Naipaul: dal margine con rabbia

Naipaul: dal margine con rabbia
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V. S. Naipaul con “Il ritorno di Eva Perón” (Adelphi) dal 1972 al 1975 colmò un vuoto creativo (del romanzo) scrivendo lunghi reportage. Così la moglie del presidente argentino Juan Domingo Perón, e il suo racconto – con un pezzo speciale su Jorge Luis Borges –, finì tra la storia di Michael de Freitas poi Michael X a Trinidad e quella di Mobutu demone del Congo/Zaire, e queste tre figure politico-illusive, diventarono funzionali al saggio finale del libro che vede lo scrittore fare i conti con suo padre e con Joseph Conrad e il Kurtz del suo “Cuore di Tenebra”. Naipaul con ferocia, e nonostante alcuni giudizi – soprattutto quelli argentini sui montoneros – molto leggeri, riesce a non perdere la potenza della sua voce romanzesca, e ad affascinare il lettore. La sicurezza del suo racconto, il saper stare di lato facendosi testimone e non protagonista (è ormai impossibile leggere una storia senza doverla depurare dai personalismi di chi la racconta) fanno di questo libro una rarità. Stando ai margini e avendo vissuto da marginale riesce a farci viaggiare per paesi diversi dentro il sogno e le ossessioni di questi.
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Il Mattino