Obesità, boom di interventi: «Raddoppiati in due anni»

Obesità, boom di interventi: «Raddoppiati in due anni»
È boom di interventi anti-obesità. «Tra il 2014 e il 2016, sono passati da 8787 a 15.367», certifica Luigi Angrisani, il medico napoletano che ha...

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È boom di interventi anti-obesità. «Tra il 2014 e il 2016, sono passati da 8787 a 15.367», certifica Luigi Angrisani, il medico napoletano che ha realizzato uno studio sulla chirurgia in Italia e nel resto del mondo, da poco pubblicato sulla rivista Obesity Surgery, e ha censito i 27 centri di eccellenza che curano questa malattia («infiammatoria, progressiva e degenerativa», la definisce). Una patologia che si trasforma in handicap, «perché peggiora la qualità della vita e ne accorcia la durata, aumenta il rischio ictus, diabete, infarto e cancro», avverte.


Il primario dell'ospedale San Giovanni Bosco ha presentato i dati a Napoli al primo congresso Ifso, che ha presieduto, mostrando sette operazioni in diretta nel dipartimento di Gastroenterologia, endocrinologia e chirurgia del Policlinico Federico II diretto da Pietro Forestieri, chairman del simposio. Le procedure di chirurgia bariatrica, il nome più tecnico per indicare il trattamento dell'obesità, sono infatti diverse. La più utilizzata è la gastrectomia verticale parziale, ideata negli Stati Uniti, che limita la capienza dello stomaco senza modificare i processi di digestione.

Un'altra soluzione è il bendaggio gastrico che consiste nel creare una tasca gastrica con un anello di silicone per anticipare il senso di sazietà durante i pasti, mentre il by-pass gastrico modifica i passaggi del cibo nel tubo digerente. «Oltre alla laparoscopia», aggiunge Angrisani, «sono utilizzate e sempre più richieste nuove tecniche mini-invasive, endoluminali e transorali, che consentono di raggiungere lo stomaco attraverso la bocca. Preferite dai pazienti che temono il bisturi, queste procedure sono destinate ad aumentare ben oltre il 10-15 per cento del dato attuale». Ciò non significa, però, «azzerare il rischio di complicanze», avverte Angrisani. E, «qualunque intervento deve poi portare a un percorso terapeutico di educazione e riabilitazione. Serve una precisa strategia: attenzione all'alimentazione, all'esercizio fisico e, se necessario, assistenza psicologica».

Una dieta bilanciata è uno degli obiettivi più difficili a qualunque età. «In Italia l'8 per cento dei bambini salta la prima colazione», spiega Angela Spinelli, del Centro nazionale di prevenzione delle malattie e promozione della salute, che segnala anche altri errori comuni. Il 23,5 per cento dei bimbi, per esempio, fa movimento «non più di un giorno a settimana», il 33,8 per cento fa sport «non più di un giorno a settimana». Ci sono, inoltre, «forti differenze geografiche tra Nord e Sud», dichiara Walter Ricciardi, presidente dell'Istituto superiore di sanità, che conclude: «Resta molto da fare, soprattutto nella promozione di corretti stili di vita». Ancora oggi «il 40 per cento delle madri di bambini in sovrappeso o obesi ritiene che siano nella norma».


Invece, il monitoraggio OKkio alla salute mostra che il numero di bambini obesi tra i 6 e i 10 anni è sceso dal 12 per cento (rilevato nel 2008/09) al 9,3 per cento (nel 2016), e quella dei bambini in sovrappeso dal 23,2 al 21,3, ma il dato resta preoccupante: tra i più alti in assoluto.
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Il Mattino