Piovono cinghiali dal terzo piano

Piovono cinghiali dal terzo piano
Michele Serra dopo la generazione degli sdraiati prova a descrivere quella dei Millennial, e come per l’altro libro viene fuori la sua lontananza dalla realtà. “Ognuno...

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Michele Serra dopo la generazione degli sdraiati prova a descrivere quella dei Millennial, e come per l’altro libro viene fuori la sua lontananza dalla realtà. “Ognuno potrebbe” (Feltrinelli) ha come protagonista Giulio Maria che ha perso la manualità del padre falegname, si tira dietro il capannone, le macchine e il residuo di legname rimasto, trova conforto in un altro artigiano (ah l’Italia di una volta Signora mia) Squarzoni, che dall’alto del suo tornio dispensa verità, mentre lui ama  l’Agnese, non lava i piatti, studia – da antropologo – l’esultanza dei calciatori e misura il mondo con Caleb Followill. La scena migliore è per il cinghiale morto, il resto tra pessimismo e un problema serissimo che il micheleserrismo ha con l’educazione – molto più di un Manzoni – da Conte zio, finisce per pregiudicare una storia che è già vuota. Non basta mettere Fedez in esergo o peggio ascoltarlo per capire quello che è lontano, altrimenti si finisce a confondere tutti gli smartphone come Iphone e a tradurne singolarmente il nome. Il viaggio di Serra nella generazione di trentenni è un fallimento totale, il suo distacco da nichilista diventa involontariamente comico.

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Il Mattino