Perché la marinara vale 100 pizze gourmet

Gianfranco Iervolino
Una riduzione di circa il 13 per cento della produzione rispetto allo scorso anno, ma anche una qualità buona quando la conduzione è stata seguita con attenzione...

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Una riduzione di circa il 13 per cento della produzione rispetto allo scorso anno, ma anche una qualità buona quando la conduzione è stata seguita con attenzione dai piccoli coltivatori e dalla buona industria. Il bilancio della stagione è ormai concluso e ancora una volta possiamo dire che il pomodoro è uno dei miracoli della nostra gastronomia, un ortaggio identitario del Sud, il sole che continua a riscaldare d'inverno.

Siamo in presenza non solo di un acidificante naturale che rende appetibili i piatti, ma anche del simbolo del bisogno di essenzialità e di semplicità. In effetti cosa c'è di meglio di uno spaghetto al pomodoro, rilanciato con determinazione in tutti i ristoranti stellati campani? E quale banco di prova più valido per misurare l'abilità del pizzaiolo di una marinara con aglio, olio, origano e pomodoro? Non è populismo gastronomico, ma esigenza di minimalismo in un momento in cui per stupire i clienti si punta più sull'estetica che sul sapore. Vediamo pizze con ingredienti strani, una persino con la lumaca e il suo guscio, e sentiamo il bisogno di resettare, tornare alla normalità dopo questo periodo dei impazzimento nel quale i pizzaioli invece di reagire con il lavoro alle critiche preferiscono girare video caricaturali su Facebook.
Le pizze gourmet sono sicuramente una frontiera che spinge giovani e meno giovani a misurarsi con gli abbinamenti e alla ricerca dei prodotti di qualità. Proprio grazie a questa spinta si deve la difesa e lo sviluppo dei presidi di Slow Food che vedono, solo in Campania, ben 27 pizzerie schierate per questa buona causa.
Ma la marinara, e a seguire anche la margherita, sono sempre il banco di prova più interessante per cogliere l'abilità di combinare l'impasto con il pomodoro giusto. Non a caso nel contest #pizzaunesco organizzato dal portale www.mysocialerecipe.com a vincere è stata l'idea di semplicità centrata sull'uso di più pomodori elaborata da Davide Civitiello di Rossopomodoro, la pomodorosa. I giudici all'unanimità hanno concordato che questa era la risposta più giusta, pure nella diversità di proposte molto interessanti arrivate in finale.

Il bisogno di semplicità è anche rappresentato dalla proposta sempre più interessante di Piedirosso, il vino napoletano quasi negletto negli anni 90 perché poco corposo. La sua freschezza e la sua bevibilità sono una garanzia su una pizza marinara ben eseguita, questa l'idea della serata organizzata alle Parule di Ercolano mercoledì prossimo nella quale interverranno tutti i produttori di pomodori e di vino vesuviani. L'unione fa la forza, meglio nella semplicità.
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Il Mattino