Premi a Carmnella e Da Michele perché Mangia&Bevi ha scelto così

Vincenzo Esposito e Giacomo Guido
Perchè premiare la pizzeria Carmnella e la pizza di Michele sul Mangia&Bevi del Mattino? Molti si sono fatti questa...

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Perchè premiare la pizzeria Carmnella e la pizza di Michele sul Mangia&Bevi del Mattino?

Molti si sono fatti questa domanda e adesso cerchiamo di dare una risposta precisa.
Forse però prima bisogna comprendere la cornice in cui si muovono le nostre scelte quest'anno: per noi la tradizione popolare, la storia familiare e l'identità del prodotto sono un valore assoluto da cui partire. Non ci piacciono i colpi ad effetto, ma la sostanza vera delle persone.
Non può esistere merito ed eccellenza se non si è capaci di tenere una pizzeria aperta per alcune decine di anni riuscendo a dominare la scena in maniera così incontrastata.
Per questo lo scorso anno premiammo la pizzeria dei Fratelli Salvo che pure vanta una radicata tradizione di famiglia.
Certo, essere tradizionali non basta, bisogna avere la capacità di rinnovarsi, migliorare il locale, i prodotti, aggiornare il menu. Ma senza mai dimenticare le radici da cui si è partiti.
In una società omologata a livello mondiale vince chi riesce ad essere aggiornato mantenendo solida la propria identità. E un giornale di territorio come il Mattino ha il dovere di difendere e premiare chi segue questa linea senza inseguire mode per fare commercio calpestando la propria comunità. Girando tra Parigi, new York e nel Nord Italia il quadro è chiarissimo: più una pizzeria mantiene i canoni classici napoletani più il successo è garantito. Questo è quello che ci si presenta limpidamente da Tokyo a Hong Kong, da Sidney a Chicago.
C'è chi sceglie di essere colonizzato da mode nate in territori in cui la pizza non è mai esistita come cibo di massa se non attraverso le catene di surgelati e pani mal lievitati, dove non si sa distinguere una pizza dalla focaccia.
Liberissimi di farlo, auguri. Ma noi non vi seguiamo perché crediamo nella storia, non nelle mode.
Vincenzo Esposito è la quarta generazione di pizzazioli che ha saputo rinnovare e aggiornarsi. Da Michele è dal 1870 che sforna il proprio modello a ruota di carro proponendo margherita e marinara, ossia la pizza.
Questo non vuol dire che bisogna avere necessariamente decine di anni di attività per essere premiati, ma abbiamo voluto dare questo forte segnale proprio in un momento in cui abbiamo visto alcuni cadere in una forma di provincialismo rovesciato. Che tristezza, peggio che mettere patatine e wurstel sulla pizza!
Prima fateci mangiare grandi margherite, grandi marinare, grandi ripieni e grandi pizze fritte, poi parliamo del resto!
Questa la ragione politica delle nostre scelte che hanno attraversato anche i premi sulla ristorazione e dei vini.
Ci sono poi pettegolezzi che non ci appartengono: capisco la sfiducia di una società che non premia il merito e dove tutto sembra avere un prezzo.
Ma con noi non funziona così: il successo viene sicuramente con gli investimenti, ma soprattutto con la bravura, lo studio, la ricerca e la coerenza.

Il pieno di like lasciatelo a chi non sa ammaccare e cerca scorciatoie mediatiche, pensate ai clienti!

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Il Mattino