Propizio è avere ove recarsi

Propizio è avere ove recarsi
Adesso che Emmanuel Carrère appare sulle copertine dei suoi libri, si completa il percorso di uscita dalla fiction e di sovrapposizione alla realtà. Con la...

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Adesso che Emmanuel Carrère appare sulle copertine dei suoi libri, si completa il percorso di uscita dalla fiction e di sovrapposizione alla realtà. Con la pubblicazione in Italia di «Propizio è avere ove recarsi», l’Adelphi ha deciso di utilizzare un ritratto dello scrittore francese – con o senza coscienza, non sappiamo – in copertina, esplicitandone la poetica. Carrère ormai vive per raccontarla e mettersi dentro quello che racconta, e il fatto che il suo viso rappresenti quello che scrive non è una equazione semplice quanto appare, come non significa essere se stessi scrivendo, ma provare a dichiararlo. Ci sono scrittori che adorano scomparire tra le righe, e altri che amavo stare in mezzo. Quest’ultima scelta richiede una capacità maggiore perché domanda una complicità doppia al lettore. Ne “Il Regno” le pagine dell’esperienza religiosa di Carrère stancavano rispetto alla bellezza d’analisi del Vangelo di Luca. Il gioco funziona fino a quando non scatena – come a Dino Risi con Nanni Moretti – l’urlo: «scansati». 
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Il Mattino