Quando Roma era un paradiso

Quando Roma era un paradiso
Era difficile tornare nella Roma post-seconda guerra mondiale, tra le macerie e l’Italia della “Dolce Vita” che nasceva, senza cadere nel già scritto,...

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Era difficile tornare nella Roma post-seconda guerra mondiale, tra le macerie e l’Italia della “Dolce Vita” che nasceva, senza cadere nel già scritto, invece c’è riuscito Stefano Malatesta, con “Quando Roma era un paradiso” (Skira). Una cronaca che restituisce atmosfera e aneddoti, che porta il lettore indietro nel tempo senza inzupparlo nella nostalgia. Malatesta ha una immediatezza che inchioda ai dettagli, non perde tempo, non disperde pagine e soprattutto mescola figure conosciutissime come Fellini, Rosselli, Pasolini – egli altri registi grandi dell’epoca – a figure meno conosciute come i produttori: regalando al lettore storie che meriterebbero un romanzo a parte. Storie come quella di Peppino Amato il più famoso dei cinematografari: arrivato alle suite dei grandi hotel e ai contratti con le star americane, tra gaffe e nonsense, parlando una lingua che impastava il romanesco all’inglese; o come Salvo d’Angelo, che aveva affittato Castel Sant’Angelo sistemandoci il suo studio. Miseria e grandezza, bugie e verità, utopie e imbrogli, si mischiano, dandoci una striscia di tempo irripetibile.   
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Il Mattino