Per uno speciale legame che ha molto a che fare con i ricordi, Toni Servillo ogni tanto torna al Teatro Nuovo, a Napoli, da dove è partita tanta parte della sua carriera....
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Celebrando Napoli nella sua complessità letteraria, nella sua melodiosa musicalità, nelle sue mille contraddizioni, nella sua disperata vitalità, Servillo coniuga con sapienza d'interprete l'alto e il basso, il massimo della sofisticazione con il massimo della sincerità, anche feroce, anche brutale, "nel tentativo di porre in atto la vita". E che cos'è il teatro, se non un distillato di vita, un faccia a faccia dell'uomo con l'uomo? E' la consueta tensione morale e civile che porta Servillo a ricercare negli autori prescelti "la relazione di ciascuno con il destino" e con l'ambiente che forma la loro arte tellurica. Ed è la sua capacità di dare corpo alle parole disegnandosele sulla faccia, facendo parlare gli occhi e le rughe, che ha spinto Tullio Pericoli a dedicargli trentasette "ritratti sonori" in un librino prezioso e singolare appena uscito per Adelphi, dove le espressioni di Toni diventano palcoscenico per l'energia lavica contenuta nell'invettiva di Mimmo Borrelli su "Napule". Servillo si definisce "un attore militante": e il senso di questa militanza, forse, è soprattutto questo. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino