Bambini, negli occhi il terrore della guerra

Un bambino profugo ucraino in viaggio verso un cenro di accoglienza
«Unicef, più della metà dei bambini sono sfollati» (Ansa, 25 marzo 2022, ore 23.07) *** I grandi...

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«Unicef, più della metà dei bambini sono sfollati» (Ansa, 25 marzo 2022, ore 23.07)


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I grandi fanno la guerra ma loro, loro che c'entrano? Man mano che il conflitto russo-ucraino va avanti, con violenza inaudita, senza pietà, l'interrogativo diventa più martellante degli altri per ciascuno che abbia un briciolo di umanità. Si delinea sempre di più la vastità del dramma dei bambini coinvolti nel conflitto. Vite recise di colpo, come nel primo mese di guerra abbiamo appreso da resoconti, immagini, ricordi. O di cui non avremo mai contezza.

Per chi non ha perso la vita o i genitori (sono centinaia, secondo le ultime stime), oppure è rimasto ferito, la tragicità della fuga insieme ai genitori o, peggio, da soli. Vite stravolte per sempre, piccoli costretti ad un'infinita serie di privazioni. L'affetto, il cibo, l'acqua, il calore: tutto negato, tutto condizionato. Nella notte l'Unicef ha veicolato una notizia che lascia senza parole: “Più della metà dei bambini ucraini sono ora sfollati. Ben 1,4 milioni di persone non hanno acqua pulita, mentre 4,6 milioni di persone hanno solo un accesso limitato o stanno per perderlo. Più di 450.000 bambini dai 6 ai 23 mesi hanno bisogno di assistenza alimentare”. Le parole del portavoce James Elder sono una frustata che ci colpisce nella nostra impotenza, ma anche agevolano lo slancio che, ora e qui, la comunità internazionale sta avendo e deve continuare ad avere nei confronti del popolo ucraino.

Questa generazione di bambini, nata o che sta crescendo sotto le bombe, porterà segni indelebili. Parliamo di numeri enormi, da brivido. E' la linea verde di un Paese: uccisa, ferita, calpestata, violata, ridotta alla paura. Bimbi che hanno gli occhi carichi di incredulità e terrore, deportati su bus e treni, sperando vanamente che sia tutto un incubo, un bruttissimo sogno.

E' questo fardello che la guerra sta imponendo ai più deboli, insieme a tutte le altre insulse atrocità che un conflitto genera (si pensi all'orrore degli stupri compiuti dai soldati russi ai danni delle donne ucraine), che provoca insanabile smarrimento. Che spinge a desiderare la pace e ad aiutare chi ora non ce l'ha.

Perché i bambini, cosa c'entrano? Nulla. Ma stanno pagando e pagheranno, loro che saranno uomini e donne dell'Ucraina del futuro, il prezzo più alto e insopportabile. Più ingiusto di qualsiasi altro.
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«Il ben va dietro al male, il male al bene» (Ariosto, Orlando Furioso, 45)

 

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Il Mattino