Zalone, il vero miracolo italiano

Zalone, il vero miracolo italiano
Era già tutto previsto, direbbe il poeta (Cocciante, che avete capito): Checco Zalone ha stracciato ogni record incassando quasi 7 milioni di euro nel primo giorno di...

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Era già tutto previsto, direbbe il poeta (Cocciante, che avete capito): Checco Zalone ha stracciato ogni record incassando quasi 7 milioni di euro nel primo giorno di programmazione di "Quo vado". Più di "Harry Potter", più di "Spiderman", più di "Star Wars", più di ogni altro film nato per stravincere, più di se stesso con il precedente "Sole a catinelle". Avendo occupato militarmente tutti gli schermi disponibili - milletrecento, un'enormità - non era poi così difficile.


Detto questo, Checco ha fatto l'impresa. Gli è perfino riuscito di portare la gente al cinema la notte di Capodanno, strappandola al veglione di mezzanotte con le lenticchie e la diretta pezzotta della Rai. E' il  suo il vero miracolo italiano. Piaccia o no, la sua capacità di ridere dei nostri difetti con cinismo ruspante ma senza volgarità eccessive ha azzerato le residue speranze dei cinepanettoni vecchia maniera.

La commedia italiana con Zalone ha voltato pagina, al netto di improponibili paragoni con i maestri del tempo che fu la sua sintonia con il pubblico costruita in dieci anni di sberleffi cinetelevisivi è un piccolo capolavoro di marketing e di psicologia di massa. Checco è come siamo e non vorremmo essere, o meglio è come siamo ma pensiamo che gli altri siano. Bamboccioni, rassegnati, precari, nostalgici del posto fisso e delle rassicuranti certezze della prima repubblica. Fantozziani di ritorno, ma senza la disperazione del povero ragioniere. Perché Checco una via d'uscita la trova sempre. Il segreto del suo successo è anche questo. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino