Amministrative, il sindaco di Villa San Giovanni eletto e subito sospeso perché condannato

Giovanni Siclari e Il comune di Villa San Giovanni
Forse solo in Calabria poteva accadere una storia così. Un sindaco votatissimo alle comunali di domenica scorsa ma non più in carica appena eletto. E' successo a...

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Forse solo in Calabria poteva accadere una storia così. Un sindaco votatissimo alle comunali di domenica scorsa ma non più in carica appena eletto. E' successo a Villa San Giovanni, cittadina di poco meno di 15mila abitanti in provincia di Reggio Calabria. Giovanni Siclari, esponente di centrodestra di lungo corso, faccia simpatica, già assessore e vicesindaco negli anni scorsi, è stato infatti subito sospeso per 18 mesi in base alla legge Severino per una condanna per reati contro la pubblica amministrazione di qualche mese fa.


Siclari era vicesindaco nell’amministrazione precedente, iniziata il 31 maggio 2015 e durata giusto un anno e mezzo. A ridosso del Natale scorso, l’esperienza naufragò per via di una situazione difficilissima. Giusto un mese prima, il 10 novembre 2016, per la vicenda conosciuta come “BandaFalò-Boccaccio” (l’autorizzazione a costruire un lido poi finito sotto sequestro perché in realtà edificato indebitamente), il Tribunale di Reggio Calabria aveva condannato in primo grado a un anno e 6 mesi di reclusione il sindaco Antonello Messina, e a un anno lo stesso Siclari e altri quattro ex colleghi di Giunta: Angela Attinà, Lorenzo Micari, Francesco Romanzi e Cosimo Salzone, oltre al primo cittadino all'epoca dei fatti contestati Rocco La Valle.

Il verdetto riguardava reati contro la Pubblica amministrazione. In base a quanto previsto dalla legge Severino, fu sùbito sospensione per il sindaco, poi le dimissioni di oltre metà dei consiglieri sancirono una precoce fine-consiliatura e l’avvento al Comune di Gerlando Iorio in qualità di commissario prefettizio. Né la condanna penale né la sospensione ai sensi della “Severino” hanno però indotto Siclari a fare un passo indietro.
 
Il risultato è stato paradossale: il forzista si è candidato regolarmente alla sindacatura perché «coloro che sono sospesi con la “Severino” sono candidabili ed eleggibili», ha spiegato in campagna elettorale, tuonando contro le «cadute di stile» degli avversari politici e rivendicando un impegno «improntato sempre a trasparenza e onestà».

La vicenda ricorda parecchio quella del sindaco dèm di Salerno Vincenzo De Luca che, pur sospeso, si candidò alla guida della Regione Campania e vinse, poi nominando viceGovernatore il deputato Fulvio Bonavitacola affinché gestisse l’Ente fino al suo rientro (solo che quel caso si risolse in pochissimi giorni e De Luca fu prontamente reintegrato).
 
E' esattamente quel che è accaduto in riva allo Stretto. Perché Siclari non s’è solo candidato – alla guida della lista civica “LeAli per Villa” – ma ha anche vinto, superando i 4 rivali grazie a 2.470 (ossia il 33,1%) dei 7.447 suffragi espressi dagli elettori villesi.


Martedì 13 giugno è avvenuta la sua proclamazione: peccato che, benché fresco d’elezione, neppure per un giorno possa fare il sindaco, compito sùbito tributato al vice Mariagrazia Richichi (altro assessore della giunta Messina, non lambito però dal “ciclone” giudiziario). Commento a caldo del “sindaco sulla carta”: «Non meritavo quella condanna, e gli elettori lo hanno capito». In fondo, un anno e mezzo passa presto.


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Il Mattino