VIBO VALENTIA - Tendono la mano, accennano un timido saluto, aspettano l’arrivo dei soccorsi. Sono stremati ma felici di essere riusciti ad attraversare indenni il mare,...
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Sulla nave non erano presenti medici. Il primo triage infatti è stato fatto a bordo della nave: il direttore del Suem 118 dell'ospedale di Vibo ha chiesto di poter salire sull’imbarcazione prima delle operazioni di sbarco al fine di sincerarsi delle condizioni dei migranti, in viaggio da tre giorni, e dare la precedenza ai casi più gravi. Alcuni presentano fratture agli arti inferiori ma «le loro condizioni non sono gravi. Tante patologie sono legate al viaggio – ha spiegato la dottoressa Rosabella Talarico, coordinatrice dei soccorsi dell’Asp –: molti i colpi di calore, disidratazioni, ustioni provocati dalla miscela acqua salata e carburante, sindrome da schiacciamento essendo molto stipati sulla nave». I migranti provengono da diversi Paesi dell'Africa subsahariana, molte anche le famiglie siriane. La Prefettura di Vibo Valentia ha avviato la macchina della prima accoglienza con l'impiego record di 500 persone fra forze dell'ordine, sanitari del 118, uomini della Protezione civile, della Croce Rossa e delle associazioni di volontariato. Allestiti tre capannoni nell'area industriale di Porto Salvo dove sono stati trasferiti i profughi in attesa di essere identificati. I minorenni non accompagnati resteranno nel Vibonese, gli altri verranno dislocati in diverse regioni d'Italia secondo un piano predisposto dal ministero dell'Interno.
E intanto nel pomeriggio oltre 800 migranti sono sbarcati in Sardegna. La nave norvegese “Siem Pilot” è approdata nel porto di Cagliari: 577 uomini, 19 minori e 130 donne (di cui 14 incinte). I Paesi di provenienza sono in gran parte dell'Africa Subsahariana ma ci sono molti migranti del Bangladesh, dell'Eritrea e della Somalia. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino