In quindici vivevano in un fabbricato fatiscente e in condizioni umane degradanti: denunciate dieci persone nel Cosentino

Una stanza del fabbricato
PAOLA - Stipati tra le mura incrostate d’umido e annerite, vivevano in stanze sporche, prive di pavimenti, di mobili, tra cumuli di spazzatura, panni e sacchi accatastati...

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PAOLA - Stipati tra le mura incrostate d’umido e annerite, vivevano in stanze sporche, prive di pavimenti, di mobili, tra cumuli di spazzatura, panni e sacchi accatastati alla rinfusa. Gli extracomunitari pagavano cento euro a testa al mese per abitare in un fabbricato, lontano da occhi indiscreti, in condizioni igienico-sanitarie precarie «incompatibili con le normali condizioni di vita». La guardia di finanza di Paola ha scoperto e sequestrato l’immobile che era stato concesso in locazione a quindici persone di nazionalità bengalese, quasi tutti venditori ambulanti: fra queste anche due minorenni e cinque maggiorenni, tutti «immigrati clandestini».




Serviva arrangiarsi, alla meno peggio. Ma lo scenario che è apparso agli occhi dei finanzieri era al limite della vivibilità: non c’erano letti ma, per i privilegiati, cartoni di fortuna o tavole di legno, la cucina era alimentata da una bombola a gas e aveva stoviglie ed accessori in pessime condizioni. Bagni e docce, poste all'esterno della palazzina, erano fatiscenti ed in comune.

I cittadini extracomunitari sono stati accompagnati in caserma per essere identificati: sette di loro sono risultati privi di permesso di soggiorno. La Guardia di finanza ha denunciato i due locatori dell'immobile per “favoreggiamento della permanenza illegale dello straniero nello Stato”, con conseguente sequestro (ai fini della confisca) dei locali, aventi una superficie di oltre 700 metri quadrati. Sono stati denunciati anche 5 immigrati irregolari per il reato di «ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato», e altri tre stranieri per detenzione di merce contraffatta e ricettazione, con relativo sequestro della merce. Altre due persone sono fuggite alla vista dei militari. 



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Il Mattino