Crotone, il figlio 16enne del pugile Loriga picchia coetaneo e il video finisce sui social

Un lunghissimo minuto di pugni, testate e calci. Un ragazzo a terra immobile che cerca di proteggersi e un altro a cavalcioni che lo picchia ripetutamente. Il tutto,...

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Un lunghissimo minuto di pugni, testate e calci. Un ragazzo a terra immobile che cerca di proteggersi e un altro a cavalcioni che lo picchia ripetutamente. Il tutto, ovviamente ripreso da un telefonino e da un pubblico adorante che incita il combattimento come si fa con i cani. Nessuno che interviene per separare i due ragazzini, ma, al contrario, uno addirittura esorta l’aggressore a utilizzare una mattonella. La rissa è avvenuta a dicembre ma il video è stato diffuso sui social solo qualche giorno fa  e proprio grazie alla viralità del filmato la polizia di Crotone ha potuto identificare i protagonisti. Non proprio ragazzini qualsiasi. Uno dei giovani infatti è il figlio 16enne di Tobia Giuseppe Loriga, celebre boxeur italiano e titolare di una palestra molto conosciuta in Calabria. 

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E proprio il padre, subito dopo l'accaduto, ha voltuo pubblicare un post su Facebook per esprimere il suo dolore. «Non posso che condannare, come padre, come atleta e come cittadino, il gesto fatto da mio figlio, divenuto in queste ore di dominio pubblico - scrive sul suo profilo -  Occorre però effettuare, sin da subito, alcune importanti precisazioni. Preliminarmente, i fatti sono stati commessi nel mese di dicembre, prima della celebrazione del Natale. Preso coscienza dei fatti – come mia abitudine e costume – ho incontrato immediatamente i genitori del ragazzo dove, a colloquio, alla presenza anche di Pierfrancesco, abbiamo voluto capire cosa fosse successo. Sempre in quella occasione, poi – come mia abitudine e costume – ho chiesto scusa al ragazzo ed alla famiglia. Sempre durante il privato colloquio, i ragazzi, oltre a chiarirsi e stringersi la mano in segno di pace, non riferivano di quanto si vede nel video, da me appreso, con forte rammarico, solo in queste ore. Ulteriore colloquio privato poi è stato tenuto, nuovamente con i genitori del minore, alla presenza delle Forze dell’Ordine DA ME PERSONALMENTE PORTATE! Anche in quella occasione ho chiesto umilmente scusa, l’ho invitato a venire in palestra gratuitamente – con la felicità e complicità del padre che mi rassicurava che lo avrebbe portato lui personalmente – e per sempre, nonostante porto ancora in cuore il rammarico e la delusione per quanto accaduto.

E continua: «Chi mi conosce sa bene che insegno ai miei allievi la non violenza ed anzi, utilizzare la nobile arte fuori dalla palestra – qualunque sia il motivo – vuol dire essere immediatamente espulsi. Cresco ed accudisco i miei allievi come figli, cercando di non far loro compiere gli stessi miei errori commessi in gioventù. Sfido qualsiasi padre a dire diversamente. Chi non ha mai commesso errori in gioventù? E chi vorrebbe che i figli commettano gli stessi errori dei padri? Sono però rammaricato anche per le aspre e gratuite critiche che mi vengono mosse come padre e genitore. Ho dato a Pier tutta l’educazione possibile. Gli ho dato i migliori consigli che un padre possa dare. Gli ho insegnato che si è forti se si è buoni nell’animo e non violento nella mani. Ma a quanto pare l’opinione pubblica dimentica come alle volte sia difficile essere genitore ma si vuole, a tutti costi, colpevolizzare, puntare il dito e denigrare».

 

 

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Il Mattino