«Vi faccio saltare il cervello»: ​sospesa ​maestra elementare a Reggio Calabria

REGGIO CALABRIA - «Se vedo qualcuno correre vi rompo le gambe, così camminate sulla sedia a rotelle», «Vi faccio saltare il cervello»,...

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REGGIO CALABRIA - «Se vedo qualcuno correre vi rompo le gambe, così camminate sulla sedia a rotelle», «Vi faccio saltare il cervello», «Qua che c’è scritto? Ora alzo le mani, vediamo se capite». E senza pensarci troppo la maestra elementare picchiava gli alunni di una scuola di Reggio Calabria. Bastava sbagliare un articolo, una divisione o fare male i compiti per scatenare la furia dell’insegnante.

 
Un fischietto suonato dalla maestra con il fine di stabilire l'ordine e la minaccia di «far saltare il cervello» se i piccoli non avessero seguito le sue direttive, nonché un bastone impugnato e sbattuto sulla cattedra per richiamare l'attenzione, erano, secondo l'accusa, i mezzi didattici utilizzati dall'insegnante P.T.D di 66 anni. E quando le minacce non erano sufficienti a frenare la vivacità dei bambini l’insegnante passava alle vie di fatto. La squadra mobile di Reggio Calabria, attraverso le telecamere nascoste all’interno dell’aula dove insegnava la maestra, è riuscita a immortalare vari episodi di maltrattamento nei confronti degli alunni. Nelle immagini si vede la donna mentre trascina da una parte all’altra un bambino tirandolo per i capelli, “responsabile” di aver abbracciato un amichetto per gioco. A far scattare le indagini la denuncia dei genitori di un bambino che frequenta una classe dell’istituto scolastico. La coppia era preoccupata per il figlio che avrebbe più volte manifestato insofferenza a frequentare le lezioni per paura di quanto lui, insieme ai suoi compagni di scuola, subiva da parte dell’insegnante. 

Schiaffi, minacce, scappellotti: le telecamere hanno catturato l’inferno vissuto dai piccoli alunni. La maestra P.T.D. è stata sospesa per 12 mesi dall’attività: il provvedimento è stato emesso dal gip di Reggio Calabria al termine delle indagini condotte dalla squadra mobile e coordinate dal procuratore Federico Cafiero de Raho e dall'aggiunto Gerardo Dominijanni.


«Certi reati meriterebbero ben altro che la sospensione per un anno dal ruolo. Maltrattare i bambini significa commettere un crimine contro l’umanità debole e indifesa e la risposta delle Istituzioni a tale turpe reato non è all’altezza della situazione, anzi, oserei dire è debole», dichiara il sociologo Antonio Marziale, garante per l'infanzia e l'adolescenza della Regione Calabria, che chiede che vengano subito «installate in tutte le scuole dispositive di videosorveglianza». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino