Lo spot choc di Klaus Davi: muore per denunciare la malasanità

Lo spot choc di Klaus Davi: muore per denunciare la malasanità
È online uno spot choc di Klaus Davi realizzato per protestare contro la distruzione della sanità in Calabria e mandato in onda in concomitanza con la manifestazione...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
È online uno spot choc di Klaus Davi realizzato per protestare contro la distruzione della sanità in Calabria e mandato in onda in concomitanza con la manifestazione unitaria dei sindacati nella città dello Stretto.


Il corto realizzato presso l’ospedale Locri, oggetto di numerose polemiche e inchieste giornalistiche, riprende il giornalista con una fascia viola con su la scritta «sanità calabrese». Montato e prodotto dal regista Ambrogio Crespi e chiaramente ispirato ai controversi video della rockstar Marylin Manson, il mini documentario inizia con un atto di accusa del giornalista al governo - «Il Sud sta morendo e non frega nulla a nessuno» - ma anche ai due commissari nominati dal ministro della Sanità che «si rifiutano di girare la Calabria e pensano che qui ci siano solo mafiosi».



Sullo sfondo si vede  il nosocomio  e una auto  station wagon con  una bara aperta. Più volte l’obiettivo inquadra la targa incisa nella bara con la dicitura «Ospedale di Locri». Il massmediologo viene caricato sulla bara e trasportato via per essere trasportato al «funerale della sanità al Sud».

Il corto chiude con un claim inequivocabile: «Distruggere la sanità significa annientare un popolo. Uno stato che consente la morte di una regione non è degno di questo nome». Lo sfondo descrive una Locride suggestiva ma desolata e abbandonata ai suoi destini.
  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino