Ci si lamenta perché gli alberi della panoramica di Casertavecchia sono cadenti e pericolosi. Ma quando vengono finalmente tagliati arriva la denuncia di un ignoto che fa...
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Così, due giorni fa, l'ispezione dei carabinieri di Caserta con i tecnici della Provincia ha aperto un altro capitolo «tagliente» che riguarda gli alberi. L'ordine di ispezione è arrivato direttamente dalla procura di Santa Maria Capua Vetere, ma allo stato nessun nome compare nel registro degli indagati. Come se non bastassero grattacapi. La storia è questa: i pini e gli ulivi piantati lungo la panoramica da privati, sono caduti nel corso degli anni. E, siccome della bonifica e della messa in sicurezza dei crinali non se ne parla proprio, peggio ancora dell'eliminazione delle tonnellate di tronchi senza aderenza, i proprietari dei terreni con gli alberi cadenti hanno quindi chiesto, qualche settimana fa, di tagliare i tronchi pericolosi, anche perché sulla panoramica ci sono arbusti morti da un anno e mezzo che hanno reso i terreni fragili e franosi.
Quello che appare davanti agli occhi di tutti è il dilavamento dei crinali e la fuga della fauna da Casertavecchia. Cronaca di una débâcle annunciata. Ad ogni modo, il permesso del «taglio» è stato rilasciato dal Comune di Caserta e firma di Francesco Biondi.
Solo che qualcuno ha visto gli operai impegnati nell'abbattimento degli alberi morti che dall'incendio dell'estate del 2017 incombevano, minacciosi, sulla strada, e ha telefonato ai carabinieri. In realtà, il sopralluogo dei militari e dei tecnici della Provincia è stato necessario solo per accertare la necessità dell'abbattimento di taluni arbusti. In effetti, dopo il taglio di molti pini sul tratto che conduce dal bivio di Castel Morrone a quello per Puccianiello, nei giorni scorsi si è lavorato al tratto che conduce a Casertavecchia. È stato un impegno lungo perché gli alberi che sono venuti giù, soprattutto dopo le giornate di vento forte e pioggia incessante, sono stati tanti.
Gli incendi dolosi e devastanti sui colli Tifatini dell'agosto 2017 misero a nudo le condizioni idrogeologiche del capoluogo e la necessità di agire, in tempi brevi, con interventi strutturali e non strutturali su molte zone della città. Il 19,6% del territorio cittadino è considerato a rischio frana molto alto (è questo l'indicatore massimo che i geologi individuano nella classificazione dei rischi), l'1% ad elevato rischio, il 25,5% è attenzionato.. Ora, c'è un fascicolo aperto sugli alberi che potrebbe bloccare gli abbattimenti. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino