Autismo e disturbi, stop alle terapie Le mamme: «Aiutate i nostri figli»

Autismo e disturbi, stop alle terapie Le mamme: «Aiutate i nostri figli»
«I nostri figli hanno bisogno di una riabilitazione continua, interrompere le terapie vuol dire mettere a rischio il loro recupero». Il grido di aiuto è di...

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«I nostri figli hanno bisogno di una riabilitazione continua, interrompere le terapie vuol dire mettere a rischio il loro recupero». Il grido di aiuto è di alcune mamme che risiedono fra San Cipriano d’Aversa e Casal di Principe, nel Distretto sanitario 20 (che comprende anche i comuni di Casapesenna, Villa Literno). Il problema riguarda la mancanza di fondi destinati alla riabilitazione della psicomotricità e del linguaggio a cui molti bambini, affetti da disturbi specifici, sono legati.

Le terapie che dopo la pausa estiva dovevano riprendere, già nei primi giorni di settembre, non sono mai ripartite. «Pur avendo rispettato tutte le scadenze come da protocollo, sottoponendo -spiega Antonella, mamma di Francesco- i nostri bambini a visite specialistiche che hanno comunque accertato la necessità di continuare con la riabilitazione senza perdere la continuità, siamo in una situazione di stallo». Francesco ha 5 anni e per un problema di fonetica deve fare esercizi di logopedia due volte a settimana.
La logopedista del centro sanitario riabilitativo a Casapesenna gli ha prescritto come terzo ciclo, altri sei mesi di cura. Più grave ancora è il caso di Alessio, bimbo di quattro anni affetto da autismo. «Alessio deve assolutamente continuare con il percorso medico avviato e prescrittoci altrimenti c’è il rischio che possa perdere tutti i passi avanti che ha fatto con tanto fatica. Chi conosce l’autismo sa bene a cosa mi riferisco», dice Tania, mamma del piccolo. Stessa problematica anche per Iole che ha un figlio di quattro anni, Antonio, al quale è stato diagnosticato un serio disturbo dello spettro autistico. Senza il rinnovo della documentazione, i centri dove i bambini vengono accompagnati per fare le terapie, sono costretti a dimetterli.

«Ma così c’è il rischio di dover ricominciare tutta la trafila, entrando in una nuova lista di attesa lunga anche sei mesi», dicono le mamme. Sul tavolo, ora, ci sono due richieste di integrazione budget fatte dal centro sanitario riabilitativo di Casapesenna e da Casal di Principe, sede della direzione del Distretto 20. E c’è la rassicurazione dall’Asl Caserta che l’integrazione sarà concessa. L’incognita è però, il tempo. I bambini non ne hanno. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino