Caserta, autopsia sul bimbo caduto dalla finestra: riascoltati i genitori

Caserta, autopsia sul bimbo caduto dalla finestra: riascoltati i genitori
L'ordine perentorio è arrivato dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere: è necessaria l'autopsia sul corpo di Mario, il bambino rumeno di tre anni e mezzo...

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L'ordine perentorio è arrivato dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere: è necessaria l'autopsia sul corpo di Mario, il bambino rumeno di tre anni e mezzo precipitato dalla finestra della sua abitazione in via Roma, a Caserta. Si procede per omicidio colposo. Il piccolo è morto la notte fra sabato e domenica delle Palme, nonostante il disperato tentativo dei medici dell'ospedale di Caserta di salvargli la vita.


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Sul caso stanno indagando gli agenti di polizia della questura di Caserta, diretti dal questore Antonio Borrelli, che nelle ultime ore hanno ascoltato di nuovo la madre del bambino e il compagno di quest'ultima. In un primo momento, infatti, si pensava che l'uomo - uscito dall'abitazione per andare a fare la spesa, stando alla sua versione - fosse il padre naturale del piccolo. In realtà, è il consorte della mamma di Mario. Cambia poco, perchè il piccolo nucleo era comunque una famiglia. Tutti e tre vivevano nell'appartamento di via Roma, pare, con un'altro familiare, la zia della donna. Allo stato nessuno è indagato e il fascicolo aperto in Procura è contro ignoti. La madre di Mario ha, in ogni caso, deciso di farsi assistere dall'avvocato Michele Di Fraia.
 
Intanto, ieri pomeriggio, si è svolto l'esame autoptico sul cadavere del piccolo. L'incarico è stato dato dalla Procura al medico Raffaela Salvarezza: per il responso definitivo sulle probabili cause del decesso, si dovranno aspettare però ancora 60 giorni. Intanto, la famiglia del piccolo chiede il rimpatrio della salma. «Non è problema economico - spiega il sindaco di Caserta, Carlo Marino - ma procedurale. In questo periodo nessuno può spostarsi dal luogo in cui vive, se non per motivi necessari e improrogabili. Capisco la disperazione, vedremo di confrontarci con l'Ambasciata».
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Il Mattino