A mezzanotte del giorno precedente l'omicidio chiamò sul cellulare dell'amante per dargli appuntamento. Per lui fu una condanna a morte, per lei potrebbe tradursi,...
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IL DOPPIO MOVENTE
Ad armare la mano della Mango sarebbe stato un doppio movente: da un lato quello passionale, dall'altro quello «affaristico». La donna, hanno ricostruito i carabinieri, aveva intenzione di chiudere la relazione coniugale che intratteneva con il 26enne di Aversa mentre suo marito era detenuto. Ma sullo sfondo ci sarebbe anche un intreccio d'affari. Picone era infatti entrato in affari con il gruppo della famiglia della Mango e gestiva per loro conto un'agenzia di noleggio auto. Nel corso del tempo la società avrebbe subito degli ammanchi. Questo avrebbe fatto scattare nei parenti della donna il sospetto che trattenesse per sé del denaro della società. Tanto sarebbe bastato per far scattare la sentenza di morte eseguita, secondo la Dda, da Rita Mango. E va detto che se è questo il vero retroscena del delitto, altre persone potrebbero essere coinvolte nell'omicidio di cui per ora risponde solo la «mohicana».
LO SCENARIO
Il compagno della donna in fuga è, come detto, un ras emergente dell'area a nord di Napoli attualmente detenuto. Nappello a Picone avrebbe dato dei soldi da riciclare, forse anche della droga. Si tratta di un soggetto che ha tentato la scalata ai vertici del clan Lo Russo subito dopo una serie di pentimenti eccellenti. Il suo tentativo di passare al comando fu affogato nel sangue: gli uccisero due fratelli e rischiò a sua volta la vita.
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Il Mattino