Parchi chiusi, città deserta. «Vietato uscire» è l'ordine perentorio. E lui, tre anni appena, si era rassegnato a giocare a palla da solo sul balcone...
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Il dramma è successo ieri sera, poco dopo le ore 20, circa. I genitori, rumeni, erano in casa. Il piccolo sarebbe sfuggito al controllo di mamma e papà per qualche minuto. Ad attutire il colpo, solo alcuni fili di stenditoi del secondo piano che hanno sospeso per un secondo il bambino. E, infatti, al momento dell'arrivo degli operatori del 118 il piccolo era vivo e non presentava traumi cerebrali evidenti. Intubato, in gravissime condizioni, il bimbo è deceduto nonostante tutti i tentativi dei medici dell'ospedale Sant'Anna e San Sebastiano di strapparlo alla morte.
Sul posto è giunta la polizia della questura di Caserta e del caso è stato subito informato il questore Antonio Borrelli che ha seguito poi tutta la notte l'evolversi della vicenda. Stando ad alcune indiscrezioni, allo stato non ci sarebbe nessun indagato. Pura fatalità, dunque, ma non si esclude il legame a doppio filo con la vivacità repressa dei bambini chiusi in appartamenti spesso piccoli, in questo momento di particolare stress per le famiglie. Impossibile gestire dei bimbi per lungo tempo chiusi in casa.
«Abbiamo sentito le urla e poi siamo corsi in cortile, abbiamo cercato di non toccare la testa ma di rassicurare i genitori», spiegano alcuni condomini del palazzo, presenti al momento dell'impatto. Del fatto è stata informata anche la Procura di Santa Maria Capua Vetere che ha aperto un fascicolo d'inchiesta. «I bambini sono abbastanza adattivi a quella età, non saprei se questo incidente sia legato o meno alle regole contenitive di questo periodo. A tre anni i piccoli sanno crearsi i loro mondi anche in casa», spiega lo psicologo Giuseppe Ventrone. In realtà, gli agenti questa mattina riascolteranno di nuovo i genitori per tentare di ricostruire i fatti in maniera precisa. L'intera città di Caserta è in lutto. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino