Beppe Fiorello e Arcigay Caserta: dibattito sull'omofobia in occasione del film «Stranizza d'amuri»

L’opera prima di Fiorello è una storia d’amore tra due adolescenti che non sanno ancora come definire i sentimenti che provano

Locandina film
Per la visione del nuovo film di Giuseppe Fiorello, il Teatro Ricciardi organizza una serata speciale. La proiezione di Stranizza D’Amuri...

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Per la visione del nuovo film di Giuseppe Fiorello, il Teatro Ricciardi organizza una serata speciale. La proiezione di Stranizza D’Amuri di lunedì 17 aprile alle ore 20.30 sarà accompagnata dalla presenza dell’associazione Rain Arcigay Caserta ODV.

Il dibattito condotto dal direttore artistico Francesco Massarelli vuole affrontare il tema ancora attuale dell’omofobia in compagnia degli ospiti del centro LGBT+ Caserta con la visione della pellicola ispirata al delitto di Giarre, il duplice omicidio avvenuto nel 1980 in provincia di Catania.

«Ho sempre mantenuto alta l'attenzione sulle tematiche civili ed in particolare sulle istanze della comunità Lgbt – dice Massarelli – e con l'uscita del film di Beppe Fiorello abbiamo la possibilità di ampliare l’argomento con il dovere di tenerlo vivo ancor di più in questo momento storico. La matrice omofoba del delitto commesso in un clima omertoso suscitò all’epoca indignazione in tutto il Paese, ed oggi il film può essere uno strumento utile di riflessione e comprensione».

L’opera prima di Fiorello è una storia d’amore tra due adolescenti che non sanno ancora come definire i sentimenti che provano. Un esordio sul grande schermo, quella dell’attore catanese, che vuole raccontare dietro la macchina da presa, non i fatti di un crimine commesso da un minorenne probabilmente istigato dalle forze dell’ordine, ma piuttosto un’iniziazione al sentimento ancora sconosciuto.

«L'importanza dell'amore che si fissa nei ricordi e diventa storia è un atto di resistenza ed esistenza – continua Raul Piccirillo, presidente Arcigay Caserta – e in un periodo dove anche amare sembra quasi un reato bisogna tornare alle proprie origini e rispecchiarsi con chi, prima di noi, ha subìto molto peggio».

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Il Mattino