Bimba muore in ospedale: «Giulia era stata dimessa»

I genitori della bimba presentano la denuncia

Bimba muore in ospedale: «Giulia era stata dimessa»
I genitori della piccola Giulia Rosa Natale, 8 anni, di San Prisco, sono alla ricerca di risposte dopo la tragica morte della loro bambina avvenuta il 7 febbraio scorso...

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I genitori della piccola Giulia Rosa Natale, 8 anni, di San Prisco, sono alla ricerca di risposte dopo la tragica morte della loro bambina avvenuta il 7 febbraio scorso all'ospedale di Caserta. La madre e il padre, profondamente scossi dalla perdita della figlia, hanno espresso dubbi e preoccupazioni riguardo alle circostanze che hanno portato alla morte improvvisa e inspiegabile di Giulia. Dopo averla portata all'ospedale a causa di una febbre molto alta ed episodi di vomito e svenimento, la bambina è stata dimessa nonostante manifestasse una condizione grave.

I genitori, preoccupati per le condizioni della figlia, hanno insistito affinché fosse ricoverata per ulteriori accertamenti, ma i medici, come riferito dai legali, hanno deciso di dimetterla con la raccomandazione di effettuare un ecocardiogramma a casa. Nel corso della notte successiva, Giulia ha iniziato ad avvertire forti dolori alle gambe e i genitori l'hanno riportata in ospedale. Nonostante i tentativi dei medici di soccorrerla, la situazione è peggiorata rapidamente e la bambina è stata trasferita in un ospedale più attrezzato a Napoli, ma purtroppo è deceduta poco dopo il trasferimento a causa di miocardite e insufficienza cardiorespiratoria. Profondamente sconvolti e disperati, i genitori hanno deciso di chiedere giustizia e verità per comprendere appieno cosa sia accaduto alla loro amata figlia e hanno affidato il caso a Studio3A-Valore Spa, una società rappresentata in Campania da Vincenzo Carotenuto specializzata in risarcimento danni e tutela dei diritti dei cittadini.

I legali hanno quindi presentato un esposto ai carabinieri di San Prisco per chiedere un'indagine accurata sulle circostanze della morte di Giulia. I genitori non vogliono che quanto accaduto alla loro famiglia si ripeta con altri bambini e puntano a far luce su eventuali inadempienze o negligenze da parte del personale medico. Chiedono che vengano condotte indagini dettagliate per accertare la causa esatta della morte di Giulia e per verificare se ci siano state omissioni durante i suoi ricoveri all'ospedale di Caserta e al "Monaldi" di Napoli.

La notte di martedì 6 febbraio, Giulia aveva accusato febbre molto alta, quasi 40: di qui la decisione di condurla assieme al marito al pronto soccorso del nosocomio di Caserta, anche perché, prima di partire, la bambina aveva avuto dei conati di vomito durante i quali era pure svenuta. In ospedale la piccola paziente è stata sottoposta agli accertamenti di rito, prelievo del sangue, misurazione della pressione, esame cardiologico: durante questa trafila la bimba ha perso conoscenza più volte e continuava a manifestare una febbre alta, nonostante l'antipiretico somministratole.

Eppure, alle 10.54 del mattino dello stesso 6 febbraio, è stata dimessa con il solo consiglio di effettuare a casa l'ecocardiogramma "Holter" per meglio monitorare nell'arco delle 24 ore della giornata il cuore e la pressione: i genitori hanno insistito più volte affinché i dottori di ricoverassero la figlia, debole e sofferente, per approfondirne le condizioni, ma, come riferito dalla famiglia, secondo i sanitari non ve n'era la necessità, gli accertamenti avrebbero dato tutti esito negativo. E invece, alle 4 di notte di mercoledì 7, il suo ultimo giorno di vita, Giulia Rosa ha iniziato a piangere e lamentare forti dolori alle gambe, che erano di ghiaccio. Nuova corsa all'ospedale di Caserta, dove i medici devono essersi evidentemente resi conto che la situazione era seria coadiuvando la respirazione della paziente con l'ossigeno: da quel momento i genitori sono stati fatti uscire dalla sala dove la figlia veniva soccorsa e non l'avrebbero più rivista viva. I genitori continuano la loro ricerca di verità e giustizia.


Interpellato sulla vicenda, il digì del "Sant'Anna e San Sebastiano", Gaetano Gubitosa, si limita a dichiarare che «allo stato, l'Azienda non è a conoscenza di nessuna denuncia». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino