CASTEL VOLTURNO. Hanno entrambe tre anni, famiglie d'origine romene e vivono a Castel Volturno senza la presenza delle rispettive mamme che le avrebbero affidate a uomini di...
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La storia della prima bambina, residente nel quartiere già di per sé degradato di Pescopagano è stata denunciata da una persona che si è trovata in visita nell'abitazione sgangherata che occupava con l'uomo che riferisce d'essere il padre. Ma ha un cognome differente dalla piccola.
Peraltro, l'uomo, che cresceva la bimba in stato di semi isolamento, ha raccontato ai carabinieri che la moglie ha lasciato l'Italia da qualche mese per fare rientro nel paese d'origine, in Romania, e che non sa quando sarebbe ritornata. Letta la relazione, il giudice del tribunale dei minori che segue il caso ha deciso l'affidamento della bimba presso una casa famiglia e si sta valutando la possibilità della sospensione della potestà alla madre. Il contesto sociale della bimba protagonista della seconda storia è meno miserevole; tuttavia, anche lei vive senza mamma e l'uomo di settant'anni che si stava prendendo cura di lei, pure lui non è certo sia il suo papà, seppure abbia il suo stesso cognome.
A far sospettare i carabinieri della falsa paternità è stata la mamma della bambina, durante un controllo dei carabinieri e degli assistenti sociali effettuato qualche mese fa, prima che si spostasse al Nord Italia alla ricerca di lavoro.
La donna affermò in quella circostanza che il suo convivente aveva riconosciuto la bimba per affetto, ma che non era la sua figlia naturale. Per cui, il giudice che segue questo secondo caso, considerando la presenza della nonna materna a Castel Volturno, ha deciso il temporaneo affidamento della bimba presso casa sua.
Mentre all'uomo, non è rimasto che affidarsi a un legale e al test del Dna per dimostrare la sua paternità e poter continuare a crescere la bambina nella propria abitazione. Intanto, gli organi competenti seguono costantemente l'evoluzione delle due storie, allarmati soprattutto dalla matrice comune dell'assenza delle mamme per le due bimbe; minori, che nonostante la piccolissima età, sono tate obbligate dagli adulti che si sarebbero dovuti prendere cura di loro a crescere troppo in fretta. Ma nessun territorio, nemmeno il più complicato, come quello della costa domiziana, può consentire che i minori, peraltro come in questi due casi così piccoli, sopportino il peso di fallimenti familiari e sociali cui sono coinvolti.
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Il Mattino