Blitz nell'ospedale della camorra a Caserta, la denuncia del procuratore: «Emerge quadro allarmante»

Blitz nell'ospedale della camorra a Caserta, la denuncia del procuratore: «Emerge quadro allarmante»
«L'inchiesta sull'ospedale di Caserta che oggi ha portato all'arresto di sette persone, tra cui l'ex direttore sanitario Carmine Iovine, ha delineato un...

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«L'inchiesta sull'ospedale di Caserta che oggi ha portato all'arresto di sette persone, tra cui l'ex direttore sanitario Carmine Iovine, ha delineato un quadro allarmante connotato da un'illegalità diffusa e da una gestione personalistica delle gare d'appalto della struttura, che ha reso scadenti i servizi offerti agli utenti». Usa parole forti il Procuratore della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere Maria Antonietta Troncone, nell'illustrare durante la conferenza stampa tenuta negli uffici giudiziari gli esiti dell'indagine - l'ennesima - che ha riguardato l'azienda Sant'Anna e San Sebastiano di Caserta, già reduce da due anni di commissariamento dopo lo scioglimento disposto nel 2015 per infiltrazioni camorristiche, oggi nuovamente coinvolto in un'altra brutta vicenda di appalti truccati in cambio di tangenti o favori, tra soldi, buoni benzina o assunzioni.


L'inchiesta ruota attorno alla figura dell'ex direttore sanitario dell'ospedale nonché funzionario di vertice Carmine Iovine, cugino del boss dei Casalesi, oggi pentito, Antonio Iovine; il «Iovine medico» è finito in carcere dopo che per ben due volte, nei mesi scorsi, il Gip aveva rigettato la richiesta di misura cautelare a suo carico, mentre altre sei persone, tra dipendenti dell'ospedale e imprenditori che hanno vinto gare truccate, sono finite ai domiciliari. «La circostanza ancora più grave - prosegue la Troncone - è che anche durante la fase in cui a gestire l'ospedale era la Commissione nominata dal Ministero dell'Interno, Iovine e i suoi collaboratori creavano ad arte atti di controllo relativi all'andamento degli appalti aggiudicati; i controlli però non erano mai stati effettuati».

Il capo-centro della Dia di Napoli Giuseppe Linares, che ha realizzato le indagini, parla di una «lobby sanitaria in cui aziende del settore si dividono gli appalti in settori strategici come quelli dei servizi e danneggiano così gli imprenditori onesti e gli stessi utenti». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino