Botte e minacce alla moglie, sin dal 2007. E poi sui figli, che oggi hanno sette e quattro anni. Condotte gravissime degenerate anche in molestie sessuali nei confronti del...
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Con queste accuse, la polizia ha bloccato un 44enne di Marcianise in seguito a una indagine della procura di Santa Maria Capua Vetere che ha chiesto e ottenuto la custodia cautelare in carcere per A.M.M. denunciato dalla moglie e poi sottoposto a serrate indagini che nell'arco di poche settimane, hanno consentito di svelare un contesto di vessazioni, violenze fisiche e psicologiche.
Le indagini, scattate dopo la denuncia presentata l'ottobre scorso dalla moglie dell'arrestato, hanno portato alla luce le umiliazioni e le sofferenze che era costretta a subire sin dall'inizio del rapporto coniugale, iniziato nel 2007. Dalla denuncia della vittima emergeva il comportamento dell'indagato, caratterizzato, fin dal principio, da sistematici insulti e offese; le vessazioni psicologiche spesso accompagnate da schiaffi, percosse e spintoni.
La donna ha dichiarato anche che il marito assumeva spesso gli stessi atteggiamenti violenti nei confronti dei due figli nati dalla loro relazione - un maschio ed una femmina.
In particolare, era il primogenito della coppia, attualmente di 7 anni, a subire sin dall'età di 4 anni l'aggressività del padre che lo offendeva e picchiaba per motivi banalissimi, spesso reagendo in misura sproporzionata a quelli che si possono considerare meri capricci d'infanzia.
Secondo il racconto della vittima - e una certificazione medica - la violenza di è culminata nel settembre 2017, in una lesione procurata, con una forchetta, sul dorso della mano del figlio. Le condotte dell'indagato nei confronti del minore, infine, sono degenerate in atteggiamenti sessualizzanti, consistiti in palpeggiamenti del sedere e degli organi sessuali del figlio e nel denudarsi in sua presenza, esibendo gli organi genitali e miniando gesti di autoerotismo. A causa di tutto ciò, il bambino ha iniziato a manifestare inevitabili disagi psicologici, come la balbuzie e una sempre maggiore insofferenza nei confronti del padre.
Decisiva per l'applicazione del provvedimento cautelare è stata proprio l'escussione del bambino, ascoltato in presenza di un' esperta in psicologia. Il piccolo, nel corso di un'audizione spesso interrotta da un pianto liberatorio, ha confermato con estrema coerenza quanto già raccontato dalla madre.
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Il Mattino