Camorra. Il boss Zagaria tenta di screditare l'avvocato delle vittime di Gomorra: «Io e lei ci siamo incontrati»

Camorra. Il boss Zagaria tenta di screditare l'avvocato delle vittime di Gomorra: «Io e lei ci siamo incontrati»
SANTA MARIA CAPUA VETERE - «Avvocato Zara, io e lei ci siamo incontrati, posso portare i testimoni». Queste le parole pronunciate in udienza dal boss ergastolano del clan dei...

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SANTA MARIA CAPUA VETERE - «Avvocato Zara, io e lei ci siamo incontrati, posso portare i testimoni». Queste le parole pronunciate in udienza dal boss ergastolano del clan dei Casalesi, Michele Zagaria, il «capo dei capi» della camorra casertana catturato il 7 dicembre del 2011 nel suo paese-fortino, Casapesenna. Il boss - videocollegato dal carcere di Milano, dove si trova al 41bis - questa mattina, durante un processo a suo carico, ha riferito in aula di aver incontrato l’ex sindaco di Casapesenna, Giovanni Zara, presente in udienza come avvocato difensore di due imprenditori di Casapesenna vittime di camorra.




Zara è stato già minacciato dal capoclan nel 2008 (all'epoca latitante da ben 15 anni). Questa mattina, su richiesta del presidente del collegio di giudici, Rosa Stravino , di indicare il luogo in cui si sarebbe svolto l'incontro, il boss ha risposto: «Sul quando e sul dove lo riferirò quando Zara mi querelerà, per ora mi avvalgo della facoltà di non rispondere». Ma il legale, costretto a dimettersi da primo cittadino nel 2008 con le dimissioni in massa dei suoi consiglieri, si è sfogato al termine dell'udienza: «Non accetto che un criminale come Zagaria che non merita nessun tipo di rispetto, ed il cui destino è e può essere solo il carcere a vita, si permetta anche solo di nominarmi gettando la benché minima ombra sulla mia persona – dichiara Zara - la mia credibilità e la mina onestà fanno evidentemente paura all’imputato Zagaria che non potendo più difendersi dalla reale accusa di essere stato la rovina del suo paese e della sua famiglia, punta a delegittimare chi come me ha scelto di stare dalla parte opposta alla sua». Zara aveva denunciato un episodio in cui il suo vicesindaco, Fortunato Zagaria, gli avrebbe intimato di non schierarsi apertamente contro la camorra. Cosa che, stando alla procura Antimafia, gli sarebbe stata riferita dal boss. Fortunato Zagaria è sotto processo per violenza privata. Oggi, Zara, alla luce delle accuse del capo dei capi, dice: «Mi rendo conto che il carcere sia una condizione difficile da sopportare, anche per colui che è stato sempre costretto a nascondersi, ma la sua rabbia non può indirizzarla né contro di me né contro gli imprenditori vittime del suo agire camorristico. Se ha pensato che potesse intimorirmi ha sbagliato un’altra volta i conti. Non mi fece paura, né lui né i suoi ambasciatori, nel 2008 quando era latitante figurarsi ora. L’insinuazione non l’ho mai consentita a nessuno, e certo non la consento ad uno come Zagaria. Continuerò a rappresentare gli imprenditori che si sono opposti al racket e dritto sulla schiena e convinto delle mie azioni. La resa dei conti è nei fatti».



Il verbale dell’udienza è stato trasmesso in Procura a Napoli, all'attenzione del pm Maurizio Giordano, per verificare se sono ravvisabili delle minacce. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino