«L'azienda ospedaliera di Caserta ha vissuto un record che è ancora ineguagliato, quello di unico ospedale d'Italia ad essere stato commissariato per...
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«Quel record di cui non bisogna essere contenti - ha proseguito Cantone - ha rappresentato però il punto per ripartire. Il nuovo piano di prevenzione della corruzione va nella giusta direzione di individuare le aree di rischio, ed è sicuramente un passo avanti molto importante rispetto al precedente, che fu copiato dal piano adottato dall'azienda ospedaliera di Cuneo». Tale ultima circostanza è stata più volte sottolineata in questi anni da Cantone, ma ora «a Caserta, grazie anche all'opera della Commissione nominata dal Viminale dopo il Commissariamento e al lavoro dell'attuale direttore generale Ferrante, c'è stato un salto di qualità. Al piano manca forse ancora qualcosa sotto il profilo delle misure da adottare per prevenire i fenomeni di corruzione, ma attendiamo la verifica concreta».
Cantone non nasconde però la forte preoccupazione per i legami tra sanità e criminalità organizzata. «Mafia e camorra - dice - sono molto interessate al settore sanitario non soli per i tanti soldi che girano, anche nei periodi di crisi economica, ma perché la sanità è uno strumento per mantenere il consenso». Uno strumento di consenso «di cui si serve molto anche la politica». «Il rapporto tra politica e sanità è oggetto di grande preoccupazione e purtroppo i suoi effetti sono molto sottovalutati. Eppure la politica condiziona tutte le nomine nella sanità, penso ai primari oltre che ai vertici di ospedali e aziende sanitarie. Anche per questo non si sente la mancanza dei controlli esterni che c'erano prima, come quelli del Corecom, ente tra i più politicizzati. I piani di prevenzione anzi rappresentano una rivoluzione copernicana, perché sono lo strumento attraverso cui un'amministrazione guarda al suo interno, ben conoscendo le aree a rischio, e fa pulizia» Leggi l'articolo completo su
Il Mattino