SANT'ARPINO - È guerra sulla riscossione dei tributi a Sant’ Arpino, nel Casertano, dove, al momento, la certezza sembra essere solo una: se la Corte dei Conti...
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Da giorni molti cittadini dalle pagine dei social network stanno puntando il dito contro il primo cittadino in merito agli avvisi di accertamento Tares-Tari e sui ruoli suppletivi della tassa rifiuti. Sostanzialmente, il sindaco è accusato di aver richiesto quei suppletivi che lui stesso nel 2015 avrebbe definito illegittimi ed esortato a non pagare quando istituì da comune cittadino il «Comitato anti Iap» e alla guida dell’Ente c’era l’amministrazione di Eugenio Di Santo. La società Iap fu incaricata da Di Santo per la riscossione di tutti i tributi. Quando a giugno 2016 viene eletto Dell’Aversana, alla Iap, che costava all’Ente 450 mila euro, non è stato rinnovato il contratto, scaduto nel marzo scorso. Altra lamentela dei cittadini, sono gli avvisi di accertamento della Tares arrivati anche a coloro che avevano già pagato.
«C’è dietro una strumentalizzazione – si difende il sindaco – io nel 2015 dichiarai illegittimi solo i suppletivi del 2011, tant’è che sono arrivati nelle loro case quelli dal 2013 al 2015 e dalla passata amministrazione iscritti in bilancio. La mancata emissione e riscossione dei ruoli suppletivi avrebbe comportato un danno erariale, essendo l’Ente obbligato a riscuoterli. Poi, quello che contestavo con il comitato erano proprio i suppletivi, dando alla vecchia amministrazione le colpe, per il fatto che prima si chiede di pagare una tassa sui rifiuti e poi dici ai cittadini che c’è una spesa maggiore. Per quanto riguarda gli avvisi di accertamento Tares 2013 e Tari 2014 – continua - i disguidi sono stati generati dal parziale caricamento e trasmissione al Comune dei dati relativi a quegli utenti che avevano pagato nei primi mesi del 2017 sui conti correnti della Iap, ossia nei mesi a cavallo tra l’interruzione del rapporto con la società ed il passaggio della gestione dei tributi in capo al nostro Comune».
Per l’amministrazione la crisi finanziaria in cui versa l’Ente è data anche dal fatto che molti cittadini in questi anni hanno evaso i tributi. Dal 2012 al 2016 risulterebbe una mancanza di entrate colossale: per l’Imu ci sarebbero mancati incassi per due milioni e 750 mila euro; per acqua oltre un milione di euro, per la tassa rifiuti oltre quattro milioni di euro sarebbero i mancati introiti e per la bucalossi mancherebbero oltre un milione di euro da parte di persone e ditte che hanno ricevuto regolare permesso a costruire dal comune. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino