«Cartelle illegittime», poi diventa sindaco e le riscuote: è bagarre

«Cartelle illegittime», poi diventa sindaco e le riscuote: è bagarre
di ​Mena Grimaldi
Sabato 18 Novembre 2017, 16:23 - Ultimo agg. 19 Novembre, 10:05
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SANT'ARPINO - È guerra sulla riscossione dei tributi a Sant’ Arpino, nel Casertano, dove, al momento, la certezza sembra essere solo una: se la Corte dei Conti non dovesse approvare la richiesta del piano di riequilibrio del bilancio a 10 anni avanzata dal sindaco, Giuseppe Dell’Aversana, l’Ente dovrà dichiarare il dissesto.
Da giorni molti cittadini dalle pagine dei social network stanno puntando il dito contro il primo cittadino in merito agli avvisi di accertamento Tares-Tari e sui ruoli suppletivi della tassa rifiuti. Sostanzialmente, il sindaco è accusato di aver richiesto quei suppletivi che lui stesso nel 2015 avrebbe definito illegittimi ed esortato a non pagare quando istituì da comune cittadino il «Comitato anti Iap» e alla guida dell’Ente c’era l’amministrazione di Eugenio Di Santo. La società Iap fu incaricata da Di Santo per la riscossione di tutti i tributi. Quando a giugno 2016 viene eletto Dell’Aversana, alla Iap, che costava all’Ente 450 mila euro, non è stato rinnovato il contratto, scaduto nel marzo scorso. Altra lamentela dei cittadini, sono gli avvisi di accertamento della Tares arrivati anche a coloro che avevano già pagato.
«C’è dietro una strumentalizzazione – si difende il sindaco – io nel 2015 dichiarai illegittimi solo i suppletivi del 2011, tant’è che sono arrivati nelle loro case quelli dal 2013 al 2015 e dalla passata amministrazione iscritti in bilancio. La mancata emissione e riscossione dei ruoli suppletivi avrebbe comportato un danno erariale, essendo l’Ente obbligato a riscuoterli. Poi, quello che contestavo con il comitato erano proprio i suppletivi, dando alla vecchia amministrazione le colpe, per il fatto che prima si chiede di pagare una tassa sui rifiuti e poi dici ai cittadini che c’è una spesa maggiore. Per quanto riguarda gli avvisi di accertamento Tares 2013 e Tari 2014 – continua - i disguidi sono stati generati dal parziale caricamento e trasmissione al Comune dei dati relativi a quegli utenti che avevano pagato nei primi mesi del 2017 sui conti correnti della Iap, ossia nei mesi a cavallo tra l’interruzione del rapporto con la società ed il passaggio della gestione dei tributi in capo al nostro Comune».
Per l’amministrazione la crisi finanziaria in cui versa l’Ente è data anche dal fatto che molti cittadini in questi anni hanno evaso i tributi. Dal 2012 al 2016 risulterebbe una mancanza di entrate colossale: per l’Imu ci sarebbero mancati incassi per due milioni e 750 mila euro; per acqua oltre un milione di euro, per la tassa rifiuti oltre quattro milioni di euro sarebbero i mancati introiti e per la bucalossi mancherebbero oltre un milione di euro da parte di persone e ditte che hanno ricevuto regolare permesso a costruire dal comune.
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