Nell'ex bunker del boss una centrale di spaccio

Nell'ex bunker del boss una centrale di spaccio
È stato l'ultimo rifugio di un boss del clan dei Casalesi e, dopo dodici anni, resta sospeso tra abbandono e illegalità. Sul villino che si trova al termine di...

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È stato l'ultimo rifugio di un boss del clan dei Casalesi e, dopo dodici anni, resta sospeso tra abbandono e illegalità. Sul villino che si trova al termine di via Caprera, arteria periferica di Casal di Principe, grava il peso di due storie criminali.

La prima, quella più importante, si è conclusa il 15 giugno 2010, quando qui fu arrestato Nicola Schiavone, primogenito di Francesco Schiavone detto «Sandokan». Al suo interno i carabinieri trovarono un bunker dotato di ogni comodità, tra cui una sala per la pittura, grande passione di «'o Barbone». Oggi quello stesso edificio risulta affidato all'Erario in stato di sequestro preventivo, ma versa nel degrado: porte e finestre divelte, pareti imbrattate e cumuli di spazzatura sono lo scenario in cui prolifera, tra le altre cose, lo spaccio di droga. A darne testimonianza sono gli abitanti di via Caprera: «Il movimento di auto e persone comincia poco dopo il tramonto e va avanti fino a notte inoltrata - racconta un residente - Questa è una strada periferica ma ci sono sere in cui sembra di essere in una zona turistica. Mezzi e pedoni si fermano nei pressi dell'edificio per pochi minuti e poi ripartono, altri si trattengono per consumare stupefacenti. Dato che non ci sono grosse barriere il posto è accessibile a tutti, si vedono quindi anche vagabondi che cercano riparo e ragazzini molto giovani: potrebbe verificarsi qualche incidente».

I problemi, per chi abita in quest'area, non si limitano a questo: i lotti agricoli che si trovano tutt'intorno alle case sono disseminati di discariche abusive, puntualmente date alle fiamme dagli ecocriminali con effetti devastanti per l'ambiente e la salute delle persone. Solo nell'ultimo mese qui sono divampati tre roghi tossici: l'11, il 16 e il 19 luglio. Nel corso del più recente si sono contate due case danneggiate dalle fiamme e quattro persone, tra volontari della protezione civile e residenti, che hanno riportato intossicazioni da fumo.

Il sindaco di Casal di Principe, Renato Natale, rassicura che su entrambe le questioni l'amministrazione sta mettendo in campo tutte le azioni possibili per giungere a una soluzione: «In seguito al rogo del 19 luglio abbiamo indetto una conferenza stampa sul posto, durante la quale abbiamo cercato di dare delle risposte concrete ai cittadini. Per quanto riguarda il villino, che non è di proprietà del comune ma è intestato a un privato, abbiamo già inviato un'ordinanza di messa in sicurezza al diretto interessato e, nei prossimi giorni, la estenderemo anche all'amministratore giudiziario. Entrambi avranno venti giorni dalla ricezione della lettera per effettuare gli opportuni interventi, altrimenti partirà una denuncia alla Procura della Repubblica e l'iscrizione nel registro degli indagati. È da segnalare che già ieri mattina, durante un sopralluogo, abbiamo constatato che la cancellata più esterna dell'immobile sia stata chiusa. In ogni caso, se i cittadini rilevano situazioni di illegalità come lo spaccio di droga, il mio consiglio è di denunciare tutto immediatamente alle forze dell'ordine, che provvederanno agli accertamenti del caso».

Provvedimenti sono già stati presi anche per la questione roghi e la riqualificazione urbana: «Abbiamo rintracciato i proprietari dei terreni interessati dalle attività di sversamento, inviato un'ordinanza di messa in sicurezza e iscritto gli appezzamenti coinvolti nel registro dei roghi: ciò comporta che su quelle proprietà non si potranno porre in essere attività di alcun tipo fino a quando non avranno ottenuto una certificazione di avvenuta pulizia. Per il rione di via Caprera è stato già predisposto, inoltre, un piano di riqualificazione da 2,5 milioni di euro per tutti i servizi mancanti. Non si tratta di una promessa vaga, ma di un progetto che ha già ottenuto i finanziamenti con i fondi del Pnrr: è già stato nominato un tecnico che sta eseguendo la progettazione esecutiva. Mi preme sottolineare che queste periferie sono molto spesso prive di servizi da sempre perché frutto di un'edilizia portata avanti senza programmazione nei passati quarant'anni. 

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Il Mattino