MADDALONI - Decisa la vendita all'asta dell'ex caserma Annunziata. E scatta una affannosa, e forse tardiva, corsa contro il tempo per scongiurare l'alienazione...
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Ma se, entro giugno prossimo, il Comune di Maddaloni (che ha già declinato una offerta, nel giugno 2017, di acquisizione dell'immobile) non presenterà un «progetto di pubblica utilità per scopi altamente culturali» perderà definitivamente il diritto di entrare in possesso a condizioni vantaggiose dell'enorme quadrilatero che ha ospitato magazzini militari fino agli anni '70 del secolo scorso. «Visto il quadro normativo favorevole - rivela Angelo Tenneriello, consigliere comunale di Maddaloni Positiva - e posta l'esistenza di fondi Cipe (850 milioni di euro) a sostegno del riutilizzo di ex complessi militari per la riqualificazione urbana, sussistono le condizioni per trasformare la gigantesca caserma (conosciuta come Quartiere), costruita da re Ferdinando II nel 1850, in un campus universitario». In sintesi estrema, dal punto di vista urbanistico il «Quartiere» sta a Maddaloni come l'Albergo dei poveri, voluto da Carlo III, sta a Napoli: stesse dimensioni, identiche vicissitudini statiche e medesime problematiche per il riutilizzo.
Ma quello che sembra un progetto dei sogni è stato trasformato in una mozione consiliare. «È il tempo - conlude Tenneriello - di promuovere una deliberazione del consiglio comunale che impegna il sindaco e la giunta ad esplorare, con procedure celeri, la fattibilità di un iter per la sottoscrizione di un accordo di programma per convertire l'ex complesso militare in campus universitario dell'Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli». Sembrerebbe una questione locale. Invece, dietro le quinte fervono interlocuzioni e trattative. Già sono stati avviati contatti con il rettore Giuseppe Paolisso.
Dopo il pressing istituzionale asfissiante dei deputati maddalonesi del Movimento Cinque Stelle, per avviare i lavori di messa in sicurezza, il parlamentare Antonio Del Monaco spiega: «Ci sono una buona notizia e un rebus da sciogliere: non sussiste nessuna avversione dell'Agenzia del Demanio all'utilizzo della struttura per la rigenerazione per fini culturali. Ciò consente, al riparo dalla soffocante logica dell'emergenza, di avviare finalmente una fase di confronto con tutte le istituzioni coinvolte per interrogarsi seriamente su cosa fare di questo bene monumentale».
Con l'autorizzazione del civico consesso di una «microcittà per lo studio, lo sport, con alloggi e servizi» si vincerebbe anche la sfida di mettere allo stesso tavolo Comune e Demanio che da oltre un decennio si rimpallano, anche in Tribunale, le competenze sulla «manutenzione ordinaria e straordinaria del complesso militare borbonico». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino