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La chiesa di Sant'Elena, situata nel nucleo originario di Caserta, restaurata e restituita alla comunità dei fedeli e non solo, costituisce un'iniziativa di altissimo valore culturale, ma anche un esempio di buone pratiche e un input per le istituzioni e i casertani tutti. «È necessario ha, infatti, affermato il vescovo di Caserta, Pietro Lagnese, durante la cerimonia di riconsacrazione che ognuno faccia la propria parte perché la città diventi sempre più bella e accogliente».
Un appello che non può rimanere inascoltato. Come sottolinea l'imprenditore turistico Francesco Marzano.
«La riapertura, dopo tanti anni, di questo luogo di culto potrebbe diventare il primo passo verso la costruzione di un articolato progetto di territorio, che comprenda il "lungoreggia liberato" e una buffer zone intorno alla Reggia capace di preservarla e di contribuire alla sua valorizzazione. Ciò significa - spiega Marzano - risolvere prima di tutto il problema gravissimo della mancanza di parcheggi (che, peraltro, dovrebbe andare di pari passo con la definizione di un piano mobilità) per migliorare l'accoglienza e rendere più fruibili i beni culturali cittadini. La chiesa di Sant'Elena potrebbe diventare un avamposto culturale, oltre che religioso, in quanto si trova nella zona della movida che coincide, appunto, con il cuore antico della città. Allora, partiamo proprio da qui, da Sant'Elena, e facciamo che sia il primo mattoncino nella costruzione di una Caserta futura più vivibile e accogliente».
E c'è chi, come l'assessore alla cultura Enzo Battarra, ha già una visione concreta del ruolo che la chiesa di Sant'Elena potrebbe avere. «La dedicazione della chiesa di Sant'Elena è stato un rito suggestivo e intenso, ricco di simboli e di carica emotiva. Ma ora che il piccolo tempio è di nuovo aperto al culto si pone - sottolinea l'assessore - anche l'esigenza di farlo conoscere meglio alla comunità casertana e ai visitatori. È un luogo che racconta storie, a partire da quella straordinaria legata a Luigi Vanvitelli, che frequentava la chiesa e desiderava seguire le liturgie da un apposito finestrone del suo appartamento confinante.
Qui l'antica famiglia casertana de Core di pittori e decoratori realizzò importanti lavori d'arte, andati purtroppo perduti. La chiesa di Sant'Elena, grazie al corretto e pregevole lavoro di restauro svolto dall'architetto Dante Specchia, deve tornare a essere, dunque, un centro culturale della città, senza dimenticare il ruolo fondamentale che ha avuto negli anni scorsi come luogo di accoglienza e di fraternità. Da assessore alla cultura della città di Caserta non posso che auspicare un ruolo sia religioso che storico, artistico e civile di questo tempio, con la possibilità di eventi culturali e musicali improntati sempre dall'alta spiritualità che il luogo merita».
Anche la direttrice della Reggia, Tiziana Maffei, ha colto e sottolineato quella che può diventare una nuova opportunità per l'immagine turistica della città. «Ritengo molto importante il recupero di una parte del patrimonio di Caserta che, come noto - ha detto la dg - aveva un significato particolare anche per Vanvitelli. Nell'anno delle celebrazioni vanvitelliane un bel risultato anche per il decoro urbano, occasione per condurre i visitatori della Reggia alla scoperta della città».
Il Mattino