Un dato così negativo, alla Reggia di Caserta, non si registrava da tempo. A gennaio i visitatori sono diminuiti del 23 per cento rispetto allo stesso periodo dell'anno...
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Certo, gennaio è un mese di bassa stagione nel quale anche gli altri monumenti mostrano modeste performance e la stessa Reggia è tradizionalmente meno attrattiva: anche nello scorso anno il dato fu col segno meno (-3%) sebbene di grandezza inferiore rispetto all'attuale. Sul risultato decisamente negativo, però, incidono, inevitabilmente altri fattori, come Ia mancanza di offerte e proposte. Nel 2018, la Reggia nel periodo natalizio era un pullulare di eventi, manifestazioni, concerti, luci e mostre, con aperture anche serali. Quest'anno ci si è limitati all'ordinaria programmazione: una politica che non è affatto in sintonia con le esigenze dei viaggiatori del XXI secolo.
«Il problema è, però, più ampio, perché dice l'imprenditore turistico Francesco Marzano ormai mete come Egitto e Turchia sono tornate ad essere attrattive, dunque certi numeri dobbiamo dimenticarli. Temo, perciò, che questo sia solo l'inizio. Allora, è ormai necessario affilare le armi e pensare a strategie di marketing molto più efficaci non solo per la Reggia e Caserta, ma per l'intero sistema Italia, come stanno facendo le altre nazioni dell'area del Mediterraneo». Un andamento negativo confermato anche dagli albergatori casertani. «Questi primi 40 giorni dell'anno sono stati abbastanza tormentati dice Daniele Garofalo, direttore dell'Hotel Royal- gruppo Boccardi niente a che vedere con l'ottimo 2018: un inizio che non ci lascia ben sperare. Tra l'altro, abbiamo notato meno interesse nei confronti del nostro territorio anche da parte del segmento business e congressi. Con l'avvento di Felicori, a parte i turisti privati, anche molte aziende sceglievano Caserta per organizzare eventi alla Reggia o offrire ai loro ospiti una visita al monumento. Ora, invece, questa opzione sembra molto ridimensionata».
Visitatori a parte, ciò che non ha fatto registrare negatività nel dopo Felicori, sono gli interventi di pulizia, i lavori di sagomatura del verde in corso nel parco, e quelli, ora in dirittura d'arrivo, relativi alle facciate, ai tetti e allo scalone. «Questi ultimi non hanno subito ritardi, in quanto seguono un iter indipendente: la documentazione spiega Flavia Belardelli, l'architetta, funzionaria della Reggia, responsabile della progettazione - era già al vaglio di Invitalia che ha concesso l'aggiudicazione provvisoria per un ammontare di 14 milioni di euro. E presto, forse entro maggio, saremo in grado di cominciare i lavori». Non è andata così bene, invece, in questo periodo di interregno, per la manutenzione ordinaria. «Finché l'iter burocratico per l'attribuzione dell'interim a Lampis non è stato completato, e cioè fino alla fine di dicembre, egli aggiunge Belardelli - non aveva la facoltà di autorizzare gli interventi. Così, abbiamo dovuto aspettare che Lampis fosse nel pieno delle sue funzioni per recuperare il tempo perduto».
Un'altra innovazione, attesa per anni, introdotta dall'ex direttore è stata quella delle divise al personale di custodia che, però, oggi è di nuovo in borghese. «Ma ancora per poco: la prima gara riguardava, infatti, solo le divise estive. Quella per le invernali è andata deserta spiega Belardelli perciò toccherà aspettare l'espletamento della prossima per fornire i custodi dell'abbigliamento invernale». Sembrano andare decisamente meglio, invece, i rapporti fra il nuovo direttore e i sindacati. Con Felicori le relazioni, almeno con alcune delle sigle, erano stata talvolta attraversate da tensioni. Il dialogo, allora diventato difficile e che ha contrapposto con toni anche duri i sindacati a Felicori, è ripreso con Lampis, che rimarrà alla Reggia fino all'espletamento del concorso internazionale dal quale uscirà il nome del nuovo direttore. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino