Caserta, la lotta delle prostitute per i giardini intorno alla Reggia

Caserta, la lotta delle prostitute per i giardini intorno alla Reggia
La furia si è scatenata mercoledì sera, dopo il tramonto, quando i giardini che costeggiano la Reggia diventano la terra di nessuno. Lì dove per...

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La furia si è scatenata mercoledì sera, dopo il tramonto, quando i giardini che costeggiano la Reggia diventano la terra di nessuno. Lì dove per «nessuno» s'intendono disperati, accattoni, malintenzionati e prostitute. Bianche, nere, slave, mulatte. Transessuali.


L'offerta dal vialone all'area adiacente il Monumento è vastissima e lo spazio, evidentemente, non basta per tutte. Almeno stando all'analisi di quanto è accaduto mercoledì sera quando due lucciole romene hanno aggredito una «collega» italiana a colpi di bottiglie rotte. Nessuno ha chiamato il 113, ma qualcuno ha avvisato il 118. L'ambulanza ha caricato la donna in via Vittorio Veneto: aveva uno squarcio lungo e profondo al torace.

La prognosi dei medici del Sant'Anna per lei è di dieci giorni, ma dal Pronto soccorso scatta in automatico la chiamata ai carabinieri. Che poche ore dopo ricostruiscono l'aggressione inquadrandola nel perimetro del regolamento di conti tra prostitute. Anzi, a quanto pare, le rumene hanno preso bottigliate l'italiana perché aveva osato occupare uno spazio che, nell'ottica di regole non scritte, appartiene a loro.

Le due rumene, al momento, non sono state identificate. Ma potrebbe essere questione di ore. I carabinieri della stazione di Caserta stanno indagando per rintracciarle. La loro vittima, fortunatamente, se la caverà, ma poteva andarle molto peggio. Con i cocci di bottiglia le due rumene hanno mirato al cuore.
 
Sono tante le donne e i transessuali che si vendono lungo le mura che costeggiano la Reggia di Caserta. Lo scenario è variegato e il fenomeno non è uniformemente gestito.

Per le slave esiste, secondo le informative di polizia, una sorta di regia albanese. Sono loro a gestire le donne che provengono dai Paesi dell'Est, ma non in maniera autonoma. Devono ottenere dalla malavita locale una sorta di «autorizzazione».

Per le italiane la situazione è completamente diversa. Il web pullula di annunci di prestazioni sessuali a pagamento e molti di quegli appuntamenti vengono fissati proprio per strada, all'ombra della Reggia. Le lucciole descrivono il proprio fisico, le proprie passioni e scrivono la loro età. Raggiungono la zona vestite in maniera poco appariscente e incontrano i clienti a pochi passi dal Monumento.

Accanto alle donne che si prostituiscono per soldi, ci sono quelle che si vendono per qualche dose di droga.

Tossicodipendenti e nullatenenti. Gente che vive ai margini della società, nell'indifferenza generale, popola la notte intorno al sito Unesco di Caserta.


Le donne spesso ricorrono al mestiere più vecchio del mondo per mettere insieme quei pochi soldi che servono per la dose giornaliera. E in questa categoria rientrerebbe la donna ferita a colpi di bottiglia l'altra sera. A quanto pare si tratta di una donna nata nel 1980, a Caserta, in passato più volte in cura al Sert. Con tutta probabilità, la vittima della violenta aggressione di giovedì non è una delle lucciole che si prostituiscono tutte le sere in zona. Più probabile che si sia andata a ficcare nei guai perché, in crisi d'astinenza, andava in cerca di soldi facili muovendosi da sprovveduta in un terreno minato, quale è, per l'appunto, la zona tra la Reggia di Caserta e la stazione ferroviaria. Probabilmente ignorando le «regole» della strada si è posizionata nella zone generalmente nelle mani delle lucciole rumene. Di qui la lite e la violenta aggressione che, solo per caso, non è finita in tragedia ma riporta l'attenzione sulla percezione quasi nulla di sicurezza nella zona soprattutto nelle ore notturne, con malintenzionati e parcheggiatori abusivi molesti che si aggirano senza meta intorno all'area ad appannaggio delle prostitute. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino