«Vado a fare un po' di spesa». «Prendo un regalino». Erano questi i codici per definire la droga, durante le telefonate, dei due arrestati ieri. Loro,...
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Era un gruppo emergente che spacciava droga, in particolare cocaina ed hashish. Un'attività fiorente e redditizia. In manette, in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare emessa dall'ufficio del gip del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, sono finite due persone: Raffaele Cacace, di trentasei anni, e Tommaso Valente, solo ventuno anni, entrambi di Sessa Aurunca. Cacace è stato rinchiuso nella casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere, mentre Valente, espletate le formalità di rito, è stato tradotto presso la sua abitazione in regime di arresti domiciliari. L'accusa per entrambi è di spaccio di sostanze stupefacenti.
Con loro altri tre soggetti sono stati sottoposti a misure cautelari di obbligo di dimora nel Comune di residenza e all'obbligo della presentazione alla polizia giudiziaria perché sono ritenuti responsabili, a vario titolo ed in concorso con gli arrestati, di una serie di furti aggravati messi a segno ai danni di un resort sul lungomare nord di Mondragone. Il blitz è stato alle prime luci dell'alba di ieri ed è stato eseguito tra Sessa Aurunca e la provincia di Brescia. Le indagini hanno preso le mosse da alcuni piccoli sequestri di sostanze stupefacenti eseguiti nella zona. I carabinieri della stazione e della compagnia di Sessa Aurunca sono riusciti a identificare i presunti responsabili dello spaccio e hanno iniziato a seguirli. Con le intercettazioni, anche su utenze intestate a terzi, sono riusciti a trovare le prove. I carabinieri hanno ricostruito la rete di spaccio ed hanno documentato le modalità e gli itineranti, con le quali acquistavano lo stupefacente e lo rivendevano a diversi clienti nell'agro sessano.
Una rete chiusa, protetta, con consumatori noti. Alcuni di essi erano anche di Mondragone e, dopo ordinativo telefonico, venivano riforniti direttamente a domicilio. Nel corso delle indagini inoltre i carabinieri hanno accertato come i due, in complicità con gli altri indagati, hanno messo a segno una serie di furti ai danni di una struttura turistica di Mondragone, il resort Regina degli Angeli in località Treppete, chiusa da oltre un anno e mezzo per degli abusi edilizi. Tre furti messi a segno nello spazio di meno di un mese, nel novembre dello scorso anno, approfittando anche della complicità di una dipendente infedele del complesso, Rosa Rispo, fermata ieri mattina nella sua abitazione di Chiari, in provincia di Brescia, e sottoposta all'obbligo di dimora nel Comune di residenza e di presentazione alla polizia giudiziaria. Colpi messi a segno con l'aiuto di Antonio Cresce e Andrea Di Pietro, indagati per furto. I malviventi hanno asportato mobili da giardino, cucine, utensili ed attrezzature da cucina, tappeti, quadri, divani ed altri componenti di arredamento, arrivando a svuotare quasi completamente il resort. Il valore della refurtiva è di circa 15.000 euro. La merce è stata recuperata dai militari dell'Arma.
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Il Mattino