CASAL DI PRINCIPE - Un tavolo tecnico che possa dialogare con tutti i rappresentanti delle istituzioni e dare voce alle esigenze degli allevatori di bufale casertani, in...
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L'incertezza deriva dal fatto che per la brucellosi le analisi vengono eseguite sul siero e la presenza dell'anticorpo per la brucella non certifica l'infezione dell'animale, mentre per la tubercolosi il problema sta nell'utilizzo della tubercolina, antigene utilizzato per individuare la malattia ma che non ha un'azione specifica per le bufale e quindi potrebbe dare dei falsi positivi. Problemi sollevati da molti agricoltori, circa duecento quelli intervenuti venerdì in aula consiliare, di cui si stanno facendo portavoce molti sindaci a cominciare dal primo cittadino di Casal di Principe Renato Natale, a capo del gruppo di cui fanno già parte i comuni di San Cipriano d'Aversa, Santa Maria la Fossa e Casapesenna, i cui sindaci hanno dato la disponibilità a partecipare al tavolo permanente che avrà il «compito di rappresentare gli allevatori e di continuare a vigilare sulla questione» afferma Natale che aggiunge: «Il tavolo è aperto a tutti gli altri comuni che hanno interessi e già la prossima settimana ci saranno nuove iniziative». Il problema è sentito in Terra di lavoro, dove è presente il 60% del patrimonio bufalino nazionale con circa 1000 allevamenti, 270 caseifici e 7000 imprese agricole: «Gli allevamenti e l'agricoltura sono il motore trainante della nostra economia ed è per questo che da otto anni portiamo avanti la battaglia in difesa degli allevatori» fa sapere il sindaco di Santa Maria la Fossa, Antonio Papa. «È necessario uno stop degli abbattimenti» sostiene Mario Schiavone, consigliere delegato all'agricoltura di Casal di Principe. Soluzione quest'ultima che potrebbe essere messa in atto anche attraverso la vaccinazione dei capi bufalini, a cui si aggiungerebbe la necessità di produrre una sostanza specifica per la diagnosi della tubercolosi nelle bufale. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino