Caserta boccia la riforma Renzi, «grida» il suo no al referendum e non crede alle promesse del governo di poter cambiare il Paese. Il voto mette Terra di Lavoro in...
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Storicamente la consultazione referendaria non ha mai appassionato la provincia, ma stavolta la martellante campagna e l'innalzamento del livello di scontro ha convinto tanti a recarsi alle urne. Senza eccessi o record anche sin questo caso. L'affluenza infatti raggiunge il dato definitivo del 59,3% e si tratta del penultimo risultato campano, fa peggio solo Napoli. Sin dai primi dati, la vittoria del no si è annunciata schiacciante: dopo le prime sezioni scrutinate ben il 70% era contrario, mentre il sì toccava appena il 30%. Più di due casertani su tre hanno respinto la proposta riformatrice di Renzi. Stavolta da qui arriva uno stop chiarissimo, netto. Nessuna decisione risicata e non c'è stato bisogno di alcun rush finale. La stroncatura c'è e riguarda tutti i 104 comuni della provincia. I veleni hanno così lasciato posto alla volontà popolare. Il voto ha messo fine a una campagna dai toni durissimi nel Paese, di cui però in provincia di Caserta sembrava giungere solo l'eco, nonostante la visita di quasi tutti i big delle ragioni del sì e del no, a partire dal presidente del consiglio Matteo Renzi.
L'effetto non si è sentito affatto, visto che dopo 161 sezioni e poi a 205 su 928 scrutinate il risultato restava di fatto invariato rispetto all'inizio, inchiodato a un 69,70% del no contro il 30,30% del sì. E addirittura alla fine il no ha sfondato il muro del 70% (71,69%) con il sì bloccato al 28,31%. In termini di voti assoluti significa 300.850 contrari e 118.782 favorevoli. Il capoluogo raggiunge il 65,75% del fronte dei contrari (34,25% il sì), ad Aversa si sale addirittura al 71% contro il 29%; a Maddaloni finisce 69,4% contro 30,6%; a Marcianise 71,92% contro il 28%. Il record spetta a Casal di Principe con l'81,5% del no e a Frignano con l'80,53% del no e appena il 19,47% del sì.
La giornata era partita in sordina tanto che alla prima rilevazione dell'affluenza alle 12 la provincia di Caserta era fanalino di coda in Campania con appena il 14,21% (Benevento guidava con il 16,27%, media campana 15,12%). Forse complice la stupenda giornata di sole, i cittadini si sono riversati nelle urne solo nel pomeriggio, così alle 19 Terra di Lavoro con il 47,10% superava Napoli e di poco anche la media regionale del 46,44%. Nella geografia del voto c'è una cesura netta nell'interesse al referendum, tra l'alto casertano, che si dimostra molto reattivo, e l'area dell'agro aversano e del litorale, poco interessata al voto. I comuni peggiori sono, eccezion fatta per Fomicola e Letino, tutti nel basso casertano, ovvero Castel Volturno, Casapesenna, Casal di Principe, Frignano e San Cipriano. Vince sempre il no in modo inequivocabile ma in pochi si recano alle urne in quel fazzoletto di terra dalle forti contraddizioni e dove il vento della riforma non si è fatto sentire.
Mignano, Caianello, Marzano Appio e Piana di Monteverna invece sono al top della graduatoria della partecipazione popolare.
Il Mattino