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Prove tecniche di rinascita: dopo la pandemia sembra che qualcosa si stia muovendo in città. A cominciare dall'arteria principale, quel corso Trieste, per generazioni di casertani il salotto buono, il punto di incontro e di passeggio, e, negli ultimi anni, progressivamente abbandonato. Una condizione che sembrava irreversibile: i negozi lentamente ma inesorabilmente chiudevano, rendendo la strada sempre meno attrattiva e appetibile, buia e desolata. Tanto che, sarcasticamente, qualcuno l'aveva ribattezzata corso «Triste».
Ora, però, si sta assistendo ad un'inversione di tendenza tanto inattesa quanto incoraggiante. Nel giro di poco meno di un anno, infatti, soprattutto nella parte del Corso che si apre a ridosso del Monumento ai caduti, sono nati diversi esercizi commerciali. Dapprima parrucchieri ed estetica, poi, negozi di food e beverage, ma anche attività commerciali di tutt'altra specie. Un'iniezione di fiducia, una scommessa, un investimento: gli imprenditori che hanno scelto il Corso comunque ci credono.
«Abbiamo preferito il Corso, dopo un'accurata ricerca di mercato. Dunque, una scommessa ma con rischi calcolati. Siamo, infatti, sicuri della rinascita di questa strada», dice Giuseppe Del Gaizo, titolare, con il fratello Giovanni e i soci Luca Di Campo e Andrea Abbruzzese, della «Pokeria», dove si serve il poke, piatto tipico hawaiano con riso e altri ingredienti prevalentemente del territorio, che proprio ieri ha aperto i battenti. «Il nostro target di riferimento è un pubblico giovane dai 25 ai 40 anni, ma aggiunge Del Gaizo sono tanti i curiosi over 40, come abbiamo avuto modo di verificare negli altri nostri store, diffusi in tutta la Campania e non solo». Proprio di fianco, c'è «Pizza Guys», locale più tradizionale, aperto da meno di un anno, dove si può gustare la pizza napoletana, ma anche contorni e primi, per un lunch veloce. «Siamo casertani, per essere precisi di San Nicola, e abbiamo preferito il Corso perché sappiamo quanto questa strada sia nel cuore dei casertani. E dobbiamo dire affermano i titolari del locale Carmine Raucci e Nicola Gravina che il bilancio è decisamente positivo».
Oltre agli esercizi per la somministrazione, sempre in questa zona del Corso, in questi giorni, hanno aperto altri due negozi di generi diversissimi: «The label house- Second life» e «Daikin aerotech».
Fiducia e consapevolezza, alla base della decisione di Antonio Di Nuzzo, titolare del negozio «The label house», dove si vendono accessori usati e rigenerati. «Siamo convinti che la gente, dal Covid in poi, sia sempre meno propensa a frequentare i centri commerciali e abbia voglia di tornare a passeggiare per i centri storici, di respirare aria diversa e non essere chiusi in un contenitore dove si trovano proposte commerciali sempre uguali. L'importante sottolinea Di Nuzzo è differenziare l'offerta». A puntare sul Corso, ma nel primo tratto, la «Galleria del corso», grande area food che ha recuperato un'area per anni devastata dall'abbandono. Al suo interno tre attività ristorative: «Bistro '22», con prodotti della pasticceria campana, l'osteria-pizzeria «Giannino», e «Pfi Pollo fritto italiano». «Abbiamo puntato sulla rinascita di questa antica strada anche se la Ztl ci penalizza e non poco», è il parere di Nicola Coscione, direttore della struttura. «Non capiamo, infatti, a cosa serva qui, il traffico limitato dopo le 20 e nei giorni feriali. Perciò speriamo che ci siano aggiustamenti e ritocchi per andare incontro alle esigenze dei nostri clienti, abituati ad arrivare in auto. Soprattutto ora che l'inverno sta arrivando».
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Il Mattino